sabato 30 luglio 2011

“I soldi dei cittadini”


“I soldi dei cittadini”, serata organizzata dall’associazione “l’Incontro” alla quale sono intervenuti l’assessore Volpi e l’esponente dell’PdL C. Amorese. 

Nulla di nuovo sulla gestione economica e finanziaria della città di Massa, pertanto, l’assessore, ha trovato facile “appiglio” nel quadro normativo nazionale che, inasprisce i tagli, diminuisce i trasferimenti agli enti locali esponendo vincoli e problematiche che limitano la gestione delle risorse a disposizione dell’amministrazione; il capogruppo comunale del PdL, dal canto suo, ha replicato indicando nella riqualificazione della spesa, nel taglio agli sprechi e nella mancanza di proposte concrete da parte del “PD” nazionale (da contrapporre al governo) i limiti con cui l’amministrazione cerca di far fronte alla “crisi” che attanaglia la città.

Un copione abbastanza scontato che si è ridotto ad un botta e risposta fra i “due invitati” che non ha dato indicazioni chiare su come siano utilizzati i soldi dei cittadini massesi, dopo due anni e mezzo di amministrazione (e quattro ore di dibattito), nessuno, ha detto chiaramente come sono impiegati i 70 ml/€ di spesa corrente che servono, ogni anno, per la gestione della città, soprattutto, nessun cenno ad azioni di politica economica e programmazione.

In una città che paga tasse maggiorate di un 25/30% in media (nazionale e regionale), con un debito che la colloca all’11°posto nazionale fra i capoluoghi, ci si aspetterebbe che l’assessore non solo tenesse in equilibrio i conti ma ci dicesse come intende gestire i “futuri bilanci di previsione” non potendo far ricorso a queste leve per far ripartire i consumi interni e lo sviluppo.

Quindi ne mutui ne nuove tasse (almeno si spera), comportano che l’amministrazione certamente “taglierà” drasticamente, nei prossimi anni, i servizi ai cittadini (o li appalterà ai privati, con risultati tutti da chiarire) e le risorse impiegate nel PIUSS (variante anticipatrice del piano strutturale) non saranno investimenti che faranno da volano ad un nuovo sviluppo della città, ma rappresentano, invece, un occasione mancata per poter investire in opere infrastrutturali veramente strategiche di cui la città avrebbe assoluto bisogno (piuttosto che discutere su di una scala).

L’impiego e la gestione delle risorse implica, tuttavia, una “vision d’insieme” di strumenti e di prospettiva di “futuro” per una città “Nuova”, che Massa non ha mai avuto fra i suoi amministratori e quindi le incapacità, di ieri, si riflettono sui problemi, di oggi, mostrando il risultato dello scellerato spreco di “risorse” (soldi dei cittadini) delle amministrazione degli ultimi 25 anni.


28 agosto 2010 pubblicato Tirreno

 Popolo Azzurro
Francesco Sinatti

venerdì 29 luglio 2011

“Excusatio non petita accusatio manifesta”


Dicevano i latini quando qualcuno, senza che nessuno glielo chiedesse, avanzava delle giustificazioni per il suo operato, più volgarmente in “splendido” massese: “ la prima gallina che canta ha fatto l’uovo” .

Così ci viene il sospetto che l’articolo sul piano strutturale apparso oggi, sulla Nazione, a firma A. Pucci, non sia altro che un tentativo dell’amministrazione di far vedere che opera e si impegna, quando è evidente, a tutti, che la politica di questa maggioranza è ben rappresentata dal c.d. Piano Strutturale, bandiera programmatica della XXVIII Aprile (sigh! sigh!), non ancora adottato a quattro anni dall’insediamento di Pucci III.

Incredibile a dirsi è l’articolo a dirci come stanno le cose e cosa faranno da “grandi” i nostri amministratori, come intendono mettere mano allo scempio del territorio massese, ancora tutto da affrontare, pensare che secondo il sindaco in campagna elettorale sembrava tutto li, a portata di mano, l’eliminazione di Massa Servizi (costata 900.000 € di transazione) e l’immediata adozione dello strumento urbanistico.

Ad oggi, nonostante l’articolo di promozione, a nostro parere, è ancora tutto in alto mare, mostrando, una volta di più, come questa amministrazione variopinta, sia una maggioranza irripetibile come dice il consigliere Guidugli facendoci intuire che sarà difficile la collocazione in uno schieramento diverso di alcune delle sue componenti per l’indimenticabile e nefasto contributo dato alle necessità dei cittadini.

Dall’assurda viabilità, passando per il mancato sviluppo del turismo e al ripasciuto litorale alla mercé delle mareggiate, il cittadino non ha ricevuto nulla, se non tante sagre, vecchie e nuove, a cui lasciare qualche euro in cambio di una qualità “dimenticabile” del prodotto tipico massese. Davvero troppo poco!



Popolo Azzurro

Francesco Sinatti



martedì 26 luglio 2011

ERRE ERRE: Il falò delle verità

Alla fine, “cronometrico”, è arrivato anche l’incendio al CERMEC che adombra il dolo per la puntualità con cui si è cercato di ridurre gli impianti a “ferro vecchio” ed impedirne così l’affitto e la vendita come già profilava l’asta di una parte di essi.

Nemesi di una storia che cerca nelle fiamme la “purificazione” dal peccato originale ERRE ERRE l’impianto, ultra moderno, acquistato con i fondi comunitari (una ventina di milioni di euro) che avrebbe dovuto permettere di chiudere il ciclo dei rifiuti in provincia, anche, con le bricchette.

Invece, niente da fare l’impianto non è mai entrato in funzione e, oltre al giro di false fatture per milioni e alla bancarotta fraudolenta, per la gestione dei finanziamenti comunitari in perfetto stile meridionale, lascia in eredità al CERMEC anche la mancata chiusura del ciclo dei rifiuti.

Le preoccupazioni dell’opinione pubblica, dei giornali e della politica sono tutte focalizzate sull’ipotesi dell’incendio doloso e delle infiltrazioni mafiose, ma la domanda che ci poniamo noi del Popolo Azzurro è, appena un po’ più prospettica, che ne sarà del ciclo dei rifiuti senza ERRE ERRE?

La magistratura dovrà fare il suo corso, anche in questo caso e dopo i sigilli all’impianto per i reati di cui sopra siamo certi che non chiarirà a breve la vicenda, pertanto, il problema “rifiuti” rischia di diventare un emergenza e potrebbe costarci ancora più “caro” della già salatissima TARSU che i cittadini pagano.

La si faccia finita con questo “balletto” si accertino tutti i reati rapidamente e si attribuiscano tutte le responsabilità del caso, siamo sinceramente stufi di queste strategie elusive, omertose e che sono scopertamente riconducibili ai problemi che il CERMEC ha, ed avuto, che tanto assomigliano alle storie narrate da Saviano in Gomorra.

C’è “puzza d’immondizia“! Ma non di quella nei sacchi neri che l’ASMIU porta al CERMEC.



Popolo Azzurro
Francesco Sinatti

domenica 24 luglio 2011

Ambiente: un assessorato “assente”

Recentemente mi è capitato di leggere le impressioni di alcuni personaggi storici che hanno soggiornato a Massa descrivendo l’ambiente e la città non più di 70/80 anni fa, per cominciare: “Il colpo d’occhio sul mare è magico: Massa è veramente la Nizza della Toscana, ma è più gioconda, molto meglio situata e di un clima molto più dolce della Nizza provenzale” (Simonin – Geologo Francese)

“Dal mio letto ho una veduta incantevole! Massa è come la Sicilia …l’arancio vi vegeta in piena terra …” (Principe K. Di Metternich)

Vero, “Massa è come la Sicilia”, se n’era accorto anche il principe ai primi dell’800, ma in senso negativo per gli indicatori ISTAT che ci collocano impietosamente 111° posto su 111 capoluoghi.

A pesare su questa classifica è l’impressionante escalation delle PM 10 fra il 2000 e il 2008 da 83 a 212 giorni (226 gg. nel 2006) di sforamento dei limiti di legge ed una serie di altri poco invadibili record; all’ultimo posto in classifica contribuisce anche l’incapacità del Comune di dotarsi di un piano energetico, a dieci anni da “Agenda 21” (Pucci 1),solo ultimamente, infatti, il Piano Energetico (PEC) è divenuto una dichiarazione d’intenti che dovrebbe sviluppare le fonti rinnovabili e il risparmio energetico attraverso l’istallazione dei pannelli solari.

I tempi della politica sono lunghi, per questo viene da domandarsi se l’Ass. A. Ofretti sia riuscito nella “missione impossibile” di far attivare i tetti fotovoltaici sulle sei scuole della città semplicemente perché mancavano gli allacciamenti Enel, si avete capito bene, per un banale adempimento burocratico da due anni a questa parte gli impianti non funzionano.

Tutto ciò “urla vendetta” perché per circa trecento giorni l’anno il cielo sopra a Massa (non siamo a Berlino) potrebbe soddisfare il suo fabbisogno energetico con “il calore del Sole”(facendoci risparmiare), ma sui i tetti degli edifici più energivori dell’amministrazione: il tribunale, il comune etc. etc. non sono posti pannelli fotovoltaici, ma su quest’ultimo svettano antenne per la telefonia cellulare.

Anche la qualità delle acque, della ridente cittadina descritta dal principe di Metternich, non brilla, da anni ormai i liquami sversati nel Frigido, oltre ad appestare l’aria in prossimità del depuratore delle Querce, riversano la loro carica batteriologica direttamente nel “nostro” mare con il quale vorremmo richiamare i turisti (o i topi di fogna?) e la bandiera Blu tanto agognata!

Dopo vent’anni d’attesa l’Ass. A Ofretti, con il massimo del pragmatismo, ci fa sapere però  «Il problema mi è stato segnalato da alcuni cittadini e ho fatto presente a chi di dovere. Da parte mia ho fatto tutto ciò che mi compete», “chi di dovere” già sappiamo che anche per quest’anno non realizzerà il raddoppio del depuratore in area Cersam garantendoci “l’appestamento” per l’estate 2010.

Proclami, piani, progetti e dopo un quarantennio di “scellerate” amministrazioni massesi (hanno insediato persino la Farmoplant, è tutto dire!) poco o nulla resta di quella spettacolare cittadina descritta dal poeta: “Ero in un paese quale io non so se nessun altro meglio comprende il Bel Paese; così fra monte e mare, tra fiori e aranci: nella piccola Massa Picta”. (G. Pascoli)



Maggio 2010
Francesco Sinatti

“Quel pasticciaccio brutto di palazzo Enel”

L’articolo pubblicato sul numero 0° del Vostro mensile (Time Out) titola: “Palazzo Enel nessuno ne parla più?”, indiscutibilmente la questione è passata in secondo piano, in questi mesi si è parlato d’altro, anche se sulla vicenda del “chiacchierato” trasloco dell’amministrazione, da palazzo Brancadoro alla sede di Via Cavour, non si è fatto assolutamente chiarezza.

L’anonimo estensore dell’articolo attribuisce responsabilità ai cittadini massesi che non possono essere loro addebitate, i cittadini devono essere criticati per altri atteggiamenti, ma non certo per l’incapacità di vigilare su vicende cosi “sofisticate” e tecniche da rendere difficile il compito di commentarle e denunciarle anche agli addetti ai lavori.

L’assessore di riferimento è stato sostenuto prevalentemente dal suo seguito elettorale, pertanto, sono da rispedire al mittente le critiche di subalternità che devono essere ascritte ai soggetti che in un sistema democratico dovrebbero, per consuetudine, vigilare su vicende di questo genere ed eventualmente denunciarle.

Pertanto, quale oscuro motivo ha impedito ai consiglieri d’opposizione, in sede istituzionale, di fare maggiore chiarezza sulla vicenda con interpellanze ed ordini del giorno e per quale motivo gli organi d’informazione hanno a malapena commentato la questione “palazzo Enel” a tempo debito? Non è dato sapere.

Certo è, che troppe vicende in questa città vengono “schermate” con il sistema delle fiduciarie anonime che, anche se formalmente legali, allungano ombre di sospetto ovunque questa formula venga utilizzata dopo “il pasticciaccio brutto” di Massa Servizi e del socio Ariete.

Ovviamente, questi atteggiamenti lasciano spazio a illazioni, secondi fini che si rinvengono ormai in troppe occasioni, compresa quella di Via Nassa, n° 17, a Lugano, dove ha sede la società (Elefteria) che detiene il 45% della proprietà del palazzo Enel, è certo un bizzarro gioco del destino a situarla proprio in quella Via, ma “le nasse” in questa città sono ormai numerose e sono sempre piazzate dietro operazioni ad alto valore aggiunto.

A chi, dunque, la responsabilità di aver dimenticato la vicenda del “palazzo Enel”?



Dicembre 2010
Francesco Sinatti

sabato 23 luglio 2011

UDC: Una svolta necessaria

Due anni di gestione politica con una maggioranza priva di configurazione a livello nazionale, la XXVIII aprile non rappresenta un partito diffuso sul territorio, ma un anomalia del PD tutta massese, con le sole sigle SEL e UDC con riferimenti nazionali.

Ma, l’UDC, precedentemente all’opposizione, è oggi in maggioranza (contro ogni indicazione della segreteria nazionale che vieta alleanze con governi di sinistra), unica componente anomala in maggioranza, il partito "centrista per definizione" si è spersonalizzato nell’attività di governo, al punto, da appiattirsi sulle linee di governo della città, dettate dalla componente di sinistra, peraltro, eterogenea, senza riuscire a svolgere quella naturale funzione di riequilibrio che apparterebbe alle forze “di centro” ostacolato dal sindaco Pucci.

Si “accontenta” di gestire il potere occupando le cariche del Presidente del Consiglio, l’assessorato alle attività produttive e la presidenza di qualche commissione, ne vale la pena? I vertici locali del partito sono convinti che l’elettorato possa comprendere la loro conduzione politica con la scelta di appoggiare Pucci? Non sarebbe opportuno “smarcarsi” in tempo da una scelta “tattica”, dettata dalle circostanze, ed evitare di essere complici di una vittoria di “Pirro”?

Nulla infatti è cambiato sui temi chiave per la città, nulla è cambiato nella scelta del candidato per le regionali; con la scelta di Luigi Torre si è decretato la continuità con il passato e con la volontà del presidente del consiglio che, si sussurra, lo abbia “imposto”; la perdita di voti alle regionali (u.s.) è stata chiara rispetto alle Europee, come giustificare poi la scelta di un coordinatore comunale proveniente dalle file di AN? Insomma, idee poche e confuse.

Dunque, continuare con un innaturale alleanza a governare la città potrebbe costare caro  nel 2013, urge, pertanto, un progetto politico innovativo che segnali una forte discontinuità con il passato proponendo “volti” e “idee” nuove prima di una “cruenta” resa dei conti.



Francesco Sinatti

venerdì 15 luglio 2011

Il sindaco, il senatore & un candidato donna


Dopo 3 anni di silenzio assoluto colpo di scena ad effetto del PD, “quello buono”, all’opposizione che spara a zero sull’incolpevole Presidente del CERMEC (nomina “Pucciana”), quando, è notorio, che non si possono addebitare, a questi, responsabilità sulla situazione debitoria dell’ente amministrato.

Il Popolo Azzurro, inizialmente, con stupore si è reso conto che questo silenzio è terminato svelando un alleanza programmatica condivisa sotto traccia, dal segnale d’esistenza in vita del PD che in “codice” ripropone la propria candidatura al prossimo governo della città. Con chi? Con la XXVIII Aprile, è evidente!

Uno scenario inquietante che prevede la riunificazione del PD a scapito di uno scivolamento progressivo di SEL all’opposizione, insieme al PdL, (o ciò che ne rimarrà); risultato: candidatura di una donna a sindaco e candidatura romana di Pucci al Senato della Repubblica che il Popolo Azzurro da tempo sospettava fosse l’unica soluzione possibile a Massa

Ma allora che ci stanno a fare tutti gli altri comprimari della politica, se il patto è sempre quello che tiene insieme, da 20 anni, il sindaco e il senatore? Allora, rilnciamo la candidatura dell’ex capogruppo del PdL S. Casalini che ha, certamente, più a cuore le sorti di Massa e dei suoi cittadini.



Popolo Azzurro

Francesco Sinatti

giovedì 14 luglio 2011

La “stagione turistica”: una questione di “lato B”

Solo un anno fa......

L’attenzione dedicata dai quotidiani locali e da alcuni rappresentanti politici alla pubblicità scelta dall’APT per promuovere il nostro territorio è a dir poco sorprendente, per non dire degna, di miglior causa.

Il colpevole ritardo nel ripascimento dell’arenile, con tanto di chiatta e cumuli di sabbia del “Versilia”, è sotto gli occhi di tutti:  uno scempio! Nei prossimi giorni l’implacabile caldo estivo farà di nuovo esalare i miasmi dal depuratore delle “querce” e ci racconteranno le solite “storie” che, da vent’anni, ci propinano per il mancato raddoppio del depuratore in area Cersam.

Questi sono i “drammatici” problemi che attanagliano la promozione delle spiagge di Marina di Massa, Ronchi e la ricettività turistica del nostro territorio che la classe politica massese dovrebbe risolvere “immediatamente”, invece, di occuparsi di “lato B”.

Spiagge cortissime, miasmi che si diffondono nell’aria a seconda di quanti liquami vengono sversati nel fiume Frigido, non sono certo un “biglietto da visita” migliore di un sedere femminile per la promozione del territorio, pertanto, chi è senza “peccato” scagli la prima pietra!

A quale titolo una “classe politica” avvezza a non occuparsi, se non per interessi di parte, dei problemi di questo territorio, scende in campo per fare una crociata contro “la promozione” dell’APT che, per quanto discutibile (per alcuni/alcune), non vedo come possa essere lesiva della dignità delle donne che puntualmente si muovono sulle nostre spiagge con costumi anche più succinti ?

Quali misteriosi motivi di "genere" animano le critiche che vengono mosse verso l’APT, al di là delle pari opportunità, che dovrebbero “vedere” rappresentato sul manifesto anche un “lato B” maschile? Non lo sappiamo! Ciò che invece sappiamo per certo è che dovremmo sperare nel “lato B” per salvare una stagione turistica cominciata nel peggiore dei modi, grazie ai ritardi della politica e di tutti coloro che, da anni, s’impegnano per a peggiorare le prospettive del territorio massese.




Luglio 2010 - articolo pubblicato da "LEGGO"
Francesco Sinatti






martedì 12 luglio 2011

I “Delegati” & la politica di "Sinistra"

L’amministrazione, all’inizio della consiliatura (2008), ha fatto scientemente “l’en plain” dotandosi di 10 assessori e 4 delegati, in questo modo, ha creato i presupposti per aumentare a dismisura i costi della politica massese.

L’amministrazione avrebbe dovuto pensare ad un bilancio (serio) degli obiettivi raggiunti, fino ad oggi, da delegati e assessori, rendendosi conto che, con questo assetto, non poteva reggere dei “delegati” (a parte quelli silenti) che parlando, denunciano l’inconsistenza, l’inefficacia e l’inutilità della loro azione per il raggiungimento degli obiettivi fissati.

Per questo motivo l’amministrazione dovrebbe cominciare a tagliare “i rami secchi” in funzione del rendimento e delle risorse (a disposizione) per ogni “centro di costo” o, più tradizionalmente per assessorato, con questo sistema razionalizzerebbe le risorse pubbliche evitando scelte miopi, come quella del mancato Polo unico dei rifiuti non raggruppando: AMIA, ASMIU, ERRE ERRE e CERMEC, in unico soggetto (risolvendo indirettamente i problemi di CERMEC con l’inevitabile chiusura).

Il mancato raggiungimento del Polo unico dei rifiuti e la questione dei “delegati” rappresentano plasticamente “l’affondamento” della sedicente politica di “sinistra” in campo economico.

Signori della XXVIII Aprile, considerati i risultati ottenuti, non Vi sembra il momento di “staccare la spina” al flusso di denaro pubblico che viene distratto alla gestione della, già complicata, ordinaria amministrazione risparmiando queste risorse?



“Popolo Azzurro”
Francesco Sinatti

venerdì 8 luglio 2011

“Il delegato dimezzato”

“Gesù non è morto dal sonno!” Per questo motivo ci domandiamo perché il delegato allo Sport F. Vullo continui a lamentarsi dello scarso peso che hanno le sue scelte nell’indirizzo politico amministrativo dello sport cittadino. Perché, il pluridecorato campione di palla a volo, ha accettato questa “delega”? Poteva non sapere che una “delega” non ha gli stessi poteri di un assessorato?

Anche se fosse, dovrebbe comunque prendersela solo con se stesso per non essersi accertato, prima, di quali erano i suoi effettivi poteri; tuttavia, non ci sfugge, che assumere un incarico da assessore comporta una serie di limitazioni, e/o ridimensionamenti, delle retribuzioni che vengono percepite per altri incarichi professionali che, invece, la "delega" garantisce a pieno.

Inutile polemizzare, con il presidente della Massese calcio, il ruolo del delegato o dell’assessore deve essere istituzionale e, quindi, favorire il dialogo con tutti i soggetti che fanno parte del movimento sportivo locale, a maggior ragione con la Massese calcio che, per ovvi motivi, rappresenta l’espressione tradizionalmente più rappresentativa dello sport cittadino. Il presidente Turba, chiamato in causa, apre scenari non commendevoli sulla situazione dello stadio e sulle responsabilità della politica. Chi doveva farsene carico?

A tre anni di distanza dall’insediamento come “delegato” queste polemiche sono strumentali ed un consiglio, a F. Vullo, lo avevamo già dato suggerendogli di dare “salutari” dimissioni mettendo in evidenza quali erano i motivi che gli impedivano di fare il suo lavoro al meglio.

Le dimissioni non ci sono state, i problemi restano e le polemiche anche, insieme al delegato, che permane nel suo incarico al di là del danno alla sua “immagine e ai suoi innegabili meriti sportivi”, un glorioso passato sportivo non garantisce una carriera politica da “nazionale, tout cour”, se ne faccia una ragione e, soprattutto, dia un segno delle proprie capacità prima di “nascondersi” dietro polemiche che non gli rendono merito.




Popolo Azzurro
Francesco Sinatti






Il delegato senza nome


L’assessorato allo sport di Massa non ha mai brillato per concretezza, ma da quando è diventato delega, cioè un incarico d’indirizzo senza veri e propri poteri decisionali, si stenta a valutarne l’operato.

Una serie d’ipotesi si sono inseguite dal maggio del 2008 a oggi: dapprima la cittadella dello sport, poi un palazzetto ad assetto variabile da realizzare con un project finacing di privati ed una ridda d’illazioni, annunci che hanno illuso (per poco) chi lo sport lo pratica davvero.

Alla fine il delegato Vullo, prestigioso passato sportivo alle spalle, si è trovato di fronte ad un muro impenetrabile, non di mani alzate sopra la rete, ma di silenzi e mancate risposte, chissà se aveva messo in conto che l’azione politica spesso si consuma in logoranti battaglie di posizione più che in rapidi schemi da attuare sul parquet di un palazzetto dello sport? Parrebbe di no.

Il suo potere in merito alla realizzazione di queste opere è solo di stimolo e di proposta, ci fa sapere in una replica “piccata” su di un quotidiano, sottolineando che non ha diritto di voto in giunta e che lavorare in questo modo non è facile.Tutto vero!

Ma resta il fatto che si è assunto la responsabilità della delega, tra l’altro una delega costosa 36.000 euro l’anno, poteva chiedere di essere insediato come assessore (se voleva più poteri) spettava comunque a lui chiedere maggiore autonomie e garanzie al sindaco.

Se, a oggi, il delegato Vullo ritiene di non essere in grado di portare avanti i suoi intendimenti può sempre rassegnare le dimissioni dando una salutare scossa all’amministrazione ed un forte segnale al movimento sportivo: “Ce l’ho messa tutta ma m’impediscono di lavorare”, ne guadagnerebbe la sua credibilità e la sua immagine!

Intanto gli atleti vagano da una struttura all’altra, il palazzetto è fatiscente e lo stadio è ai limiti dell’agibilità, niente di nuovo sotto il cielo dello sport a Massa.



Novembre 2009

Francesco Sinatti

lunedì 4 luglio 2011

Un bilancio per il CERMEC

Ci sfugge il motivo che richiede l'approvazione - ad ogni costo - di un bilancio davanti al C.d.a del CERMEC, nonostante, un dibattito aperto sulla legittimità di atti ed operazioni effettuate dall'ente risultate, in seguito, anomale e discutibili.

Ci sfugge l'opportunità politica e aziendale che consiglia di approvare un bilancio non condiviso da tre consiglieri di Carrara e dal presidente dimissionario della municipalizzata, ci sfugge il motivo che -  in questo clima - spinge a ripianare un bilancio che risente nel suo equilibrio d’ipotesi di falsa fatturazione. 

In altri termini il cittadino “vessato” da una TARSU, già altissima (145€ a tonnelata per conferimento dei rifiuti), anziché ricevere dei servizi connessi a questa salatissima tassa, viene chiamato, invece, a ripianare le somme distratte all’attività di servizio della municipalizzata con aumenti, prossimi, di TARSU (o TIA), che dir si voglia.

Il Popolo Azzurro ha già sostenuto, in passato, che il CERMEC andava lasciato alla “deriva finanziaria del fallimento”, così come è stato gestito dai suoi amministratori, occasione unica per chiudere con un passato di ombre e sospetti sulla sua conduzione per introdurre l’ATO unica dei rifiuti, meglio conosciuta come Polo Unico, che raggruppa tutte le municipalizzate dei rifiuti compresi i C.d.a connessi, al posto del “carrozzone Pucci” che, da sempre, asseconda l’insediamento dei “trombati” della politica.

Si faccia piazza pulita di queste vicende, poi, si potrà parlare di un “ripensamento” della gestione delle municipalizzate, al momento, “l’odore” del CERMEC è ancora troppo forte!



“Popolo Azzurro”
Francesco Sinatti