venerdì 30 settembre 2011

MASSA: La "legge bavaglio" colpisce il centro destra


LIBERA INFORMAZIONE ED EFFETTI COLLATERALI


LA "LEGGE BAVAGLIO" COLPISCE DURO ANCHE IN CITTA', DA ANNI, SUBISCO, INSIEME, AL CENTRO DESTRA, UNA CENSURA PREVENTIVA DALLE TESTATE GIORNALISTICHE E TELEVISIVE CHE, DA ANNI, PUNTUALMENTE, NON PUBBLICANO ARTICOLI DI SCOTTANTE ATTUALITA' E APPROFONDIMENTO!!!!

LA STAMPA LOCALE (TIRRENO E NAZIONE E ALCUNE TV LOCALI), COME ' PRECEDENTEMENTE SEGNALATO, NON PUBBLICANO I COMUNICATI CHE INVIO PRESSO LE LORO REDAZIONI METTENDO "IL BAVAGLIO" ALLA PUBBLICA CRITICA E ALL'OPPOSIZIONE PER MASCHERARE LA "PUZZA" CHE SI RESPIRA IN CITTA'!!!!!

CITTADINI, LETTORI, RECLAMATE IL VOSTRO DIRITTO ALL'INFORMAZIONE LIBERA E DEMOCRATICA CHE A MASSA E' SCOMPARSA!!!


Francesco Sinatti (PdL)







sabato 24 settembre 2011

Palazzo Enel: un acquisto da 7,4 ml €

Palazzo Enel: un acquisto da 7,4 ml €




Un altro “cold case” torna alla ribalta con il potenziale acquisto, all’asta, del palazzo di Via Cavour 17, dove si dovrebbero insediare gli uffici di "Palazzo Enel" al civico 21, sempre, nella stessa via.



All’epoca, vi furono parecchie polemiche che coinvolsero l’amministrazione, l’assessore al bilancio, il PD, che fece scoppiare il “caso”, al quale l'assessore Volpi replicò di aver optato per la soluzione più economica; oggi, il PD, ha consiglia un acquisto all’asta della palazzina al civico 17, per la modica cifra di 2.879.300 €; nel 2009 l’amministrazione avrebbe potuto acquistare per 2,5 ml/€ lo stabile al civico 21, invece, lo affittò.



Dunque, l’acquisto all’asta, non fugherebbe i dubbi su quanto precedentemente accaduto, ma, addirittura, metterebbe in evidenza che la decisione di affittare l’immobile non fu dettata dalla scarsa convenienza a permanere nella palazzina Brancadoro, rinnovandone l’affitto con il proprietario, ma da ben altri “frettolosi” e (poco chiari) motivi; infatti, il Comune rischia di pagare 90.000 € di danni, per aver manomesso l’immobile senza l’autorizzazione del proprietario, e una penale da un 1,5 ml/€ per averlo riconsegnato alla proprietà con un ritardo di due anni e mezzo rispetto alla data fissata.



L’operazione di locazione dell'immobile rimane, ancor oggi, poco trasparente (non gestita nell’interesse dei cittadini) perché il canone d’affitto della palazzina è, particolarmente, elevato (250.000 €/anno), tanto da renderne conveniente l’acquisto in quel momento; a prova di ciò, dopo tre anni di affitti “regalati”, a seguito dell’acquisto dell’intendenza finanza con relativa demolizione dell’immobile (dove si sarebbe dovuto insediare il Comune), si consiglia, adesso, l’acquisto all’asta.



Un acquisto economico, non c'è che dire! Comprensivo del pagamento dei danni e della penale, ci farebbe raggiungere la mirabolante cifra di 7.4 ml/€, attualmente, se ne sono spesi circa 3 (ml/€) tra acquisto (intendenza), demolizione e affitti già erogati, qualora si dovesse procedere all'acquisto (palazzina Via Cavour 17), più gli eventuali oneri da saldare alla proprietà, si sommerebbero 4,4 ml/€ (per un totale di 7,4ml, €).



Quindi riassumendo potevamo comprare la palazzina al 21, a 2,5 ml/€, invece, dopo 3 anni e 3 ml/€, già spesi, l’amministrazione potrebbe decidere di comprare all’asta a 2,85 ml/€ la palazzina al civico 17 di via Cavour, totalizzando una spesa iperbolica per il precario bilancio dell'amministrazione, senza chiarire i motivi di tutte le scelte contrarie “al buon senso” derivate dall’affitto di “palazzo Enel”!!!



Con queste cifre non c'è "patto di stabilità" che tenga, tutto ciò non rappresenta un operazione economica e, soprattutto, “d’immagine”, per l’amministrazione, che dimostra, in tempi di "vacche magrissime", come siano stati sprecati "allegramente" i soldi pubblici in un operazione i cui beneficiari non sono certo i cittadini. Quali saranno,oggi, i misteriosi motivi che consigliano un altro acquisto a soli tre anni dal “chiacchierato” affitto di palazzo Enel?



Francesco Sinatti (PdL)

mercoledì 21 settembre 2011

Campo Nomadi: una “bomba ad orologeria”

Grande successo per l’incontro sul “trasferimento del campo nomadi” in zona Ghiare organizzato dal consigliere del PdL Benedetti per denunciare il colpo di mano della giunta Pucci decisa ad d’insediare un nuovo campo attrezzato al confine con Montignoso.

All’incontro, erano presenti consiglieri e personalità della politica locale insieme a, circa 200, cittadini che hanno rapidamente esaurito i moduli di adesione per una petizione da presentare al sindaco e alle autorità competenti per respingere la “provocatoria” iniziativa.

Toni accesi e interventi a ripetizione hanno dato il “LA” alle vibranti proteste dei presenti che hanno fatto capire chiaramente la propria avversione alla presenza degli “zingari” a ridosso di Monte Pepe.

Riteniamo assolutamente insensata e provocatoria la decisone di trasferire il campo nomadi in zona Ghiare che, non solo non da nessuna soluzione al problema, ma accentua, se possibile, il degrado e la mancanza di controllo sul territorio con il rischio di trasformare Turano in una zona “off limits” al pari della Partaccia e della Stazione, allargando, in questo modo, ad un area ben più vasta, la sua nefasta influenza ed i rischi che già si corrono in questi due “ghetti“.

Siamo assolutamente contrari a questa politica d’accoglienza “d’accatto” della sinistra catto-comunista, assistenzialista e buonista, che maschera dietro alle buone intenzioni il più totale disinteresse e abbandono del territorio al degrado e alla presenza di gruppi non integrati con i cittadini massesi.

Il problema del campo nomadi è diventato una vera e propria “bomba ad orologeria” che potrebbe scoppiare in mano all’amministrazione proprio alla vigilia delle amministrative del 2013, siamo in attesa di raccogliere i “cocci” dell’eventuale esplosione. Sentiti auguri per l’inizio della campagna elettorale!



Popolo Azzurro
Francesco Sinatti

domenica 18 settembre 2011

La “tassa” sulla “tassa” (TARSU)

Uno dei tributi più “ingiustamente” esosi che i cittadini pagano è la TARSU che, attualmente, 3 o 4 volte la media nazionale per il conferimento a tonnellata, dovrebbe garantire lo smaltimento dei rifiuti permettendo di chiudere il ciclo con la creazione di bricchette(Erre/erre), compost (CERMEC) e differenziata (ASMIU), nulla di tutto questo è accaduto e le politiche divergenti fra differenziata e conferimento al CERMEC hanno solo contribuito a “gonfiare” il tributo, sempre più costoso, d’amministrazione in amministrazione.

A fronte di questa “disastrosa” gestione, recentemente, mi sono soffermato sulla lettura dell’avviso di pagamento della TARSU e ho scorto, nel trafiletto in fondo al documento, (scritto a caratteri microscopici): “i pagamenti devono essere effettuati solo ed esclusivamente con gli allegati bollettini di conto corrente postale presso gli uffici postali rispettando le scadenze ….” , l'avverbio “esclusivamente”, è rafforzato da, “solo”, e s’intende, chiaramente, che la tassa dovrà essere pagata “solo ed esclusivamente” presso gli Uffici Postali.

In realtà, la TARSU, può essere pagata presso diversi istituti di credito, sempre, contro corrispettivo di una commissione che l’istituto trattiene per il servizio (da poco più di un euro fino a 3 al Credito Apuano, solo con bonifico), a questo punto penserete, dunque, che alle Poste il servizio sia gratuito, niente affatto, si paga 1,10 € a bollettino, considerando che di norma non si paga in “soluzione unica”, ma si fraziona in quattro rate (4,4€), da moltiplicare per 40.000 immobili (senza uffici e aziende), la cifra è consistente.

Tuttavia, in pochi sanno, che presso il concessionario per la riscossione dei tributi del comune di Massa, la Cassa di Risparmio di Carrara, non si paga nessuna “commissione” sul bollettino TARSU, per quale misterioso motivo si promuove “solo esclusivamente” le Poste? Perché non è segnalato che si possono effettuare pagamenti presso la CRC, concessionario per la riscossione dei tributi del Comune dove non si paga la tassa sulla tassa?


aderente al PdL
Francesco Sinatti

venerdì 16 settembre 2011

PAAS: Un interpellenza mai discussa in Consiglio Comunale

Gruppo Consiliare Comune di Massa

Il Capogruppo Stefano BENEDETTI


AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO COMUNALE
DR. MARCO ANDREANI

P.C. ALLA REGIONE TOSCANA

FIRENZE



Oggetto : INTERPELLANZA SULLA “ RETE PAAS ”
( PUNTI DI ACCESSO ASSISTITO AI SERVIZI E INTERNET ).


In data 11 Novembre 2009, è stato ammesso al finanziamento stanziato dalla Regione Toscana, il progetto “ MY CAMP PAAS ” per il rafforzamento e la diffusione della rete dei punti per l'accesso assistito ai servizi e ad internet.
Il progetto PAAS, tuttavia, ha visto la luce sotto la precedente consiliatura Neri, e con la Giunta Pucci parte il secondo progetto.
L'esito finale del progetto non è mai stato reso noto pubblicamente e per avere un semplice riscontro, è sufficiente chiedere ad un qualsiasi cittadino massese se conosce l' esistenza dei Paas e se è al corrente di cosa essi siano, per sentirsi rispondere che non ha assolutamente l' idea di che cosa si tratti.
Sforzandomi, posso anche ipotizzare che ciò sia dovuto solo ad una carenza informativa, tuttavia, a questo punto, si rende obbligatorio valutare quali erano gli obiettivi iniziali ed i modi e tempi dei finanziamenti regionali del 2005 e quali erano le condizioni stabilite dalla convenzione con la quale era stato affidato il progetto ad una associazione privata.

Sig. Sindaco, in merito alla convenzione in oggetto, è vero che, l' art. 1 stabiliva che l' Associazione si impegnava a presidiare n. 5 punti PAAS, nel totale rispetto delle attrezzature messe a disposizione dal Comune di Massa ?

In effetti, anche leggendo l' Atto di Giunta n. 306 del 10.11.2005 , avente per oggetto “Convenzione fra Comune di Massa ed associazione SURSUM per la creazione e gestione di Punti di Accesso Assistito ai Servizi e a Internet – PAAS ” , nelle premesse, tra le altre cose, si legge che “ La Regione Toscana, con la succitata convenzione, si è impegnata a sostenere l' istituzione di n. 5 PAAS con un contributo al Comune di Massa, pari a Euro 15.000,00 per ognuno per un totale di euro75.000,00 in conto spese di investimento” e nella parte relativa la convenzione all' art. 1 si legge, appunto, che l' Associazione SURSUM si impegna a presidiare n. 5 Punti PAAS totale rispetto dei locali e delle attrezzature messe a disposizione dal Comune di Massa e ancora “ a gestire gli strumenti tecnologici messi a disposizione dal Comune di Massa ovvero acquistarli con il contributo di cui all' art. 4 … ” .


  • Le risulta Sig. Sindaco, che, al contrario, i punti PAAS realizzati sul territorio siano solo tre ?
  • Nonostante ciò, la Regione Toscana ha assegnato tutto l' importo previsto per il progetto ?
  • Signor Sindaco, qual'è il motivo per il quale è stata disattesa la convenzione ?
  • Mi può confermare se i punti PAAS attualmente presenti sul territorio sono i seguenti ?  



1) Zona montana n. 36 – Via della Posta presso la ex scuola elementare di Canevara Orario di apertura 09.00 – 12.00
2) Centro città n. 38 – Via Alberica n. 31 presso la biblioteca
Orario di apertura 15.00 – 18.00
3) Zona di costa n. 40 – Via delle Pinete n. 2 presso le Vetrine del Brugiano

(Fonte di informazione sito del Comune di Massa pag. 1, dove, peraltro, si legge che i 3 punti PAAS sono presidiati da Operatori dell' Associazione SURSUM, contrariamente a quanto ci hanno segnalato alcuni cittadin,i che in alcuni casi non hanno trovato nessuno ).
Da notare, che l' assoluta mancanza di segnaletica ha reso praticamente invisibili ed intercettabili le sedi dei Paas, oltre ad un tempo di apertura al pubblico eccessivamente ristretto per essere considerato un vero e proprio servizio di supporto ai cittadini. Sig. Sindaco, se gli obiettivi fissati erano i seguenti :

1)Promuovere l' utilizzo fra la popolazione in età attiva propensa all' uso di internet che intenda fruire di servizi assistiti e gratuiti per sviluppare conoscenze e contatti con la pubblica amministrazione;

2)Favorire l' accesso ad internet per le famiglie che non hanno la possibilità di accedere ai servizi in rete … , ai portatori di handicap ed ai cittadini extracomunitari;
3)Svolgere attività di animazione e formazione di base, organizzando convegni ed incontri su temi relativi alle nuove tecnologie ad internet …
4)Svolgere attività generali e strumentali, di autorganizzazione, autopromozione e partecipazione alla comunità della rete dei PAAS, d' intesa con il Comune e con riferimento al bacino d' utenza per l' abbattimento del DIGITAL DIVIDE.
Pare evidente, che due punti di accesso Paas in meno, risultano essere un mancato raggiungimento degli standard previsti dalla Regione Toscana a cui si ispira la convenzione, che stabilisce “ La regione Toscana con la succitata convenzione, si é impegnata a sostenere l' istituzione di n. 5 Paas con un contributo al comune di Massa pari a 15.000,00 euro per ognuno, per un totale di 75.000,00 euro in conto spese di investimento ” .

In questo modo, la riduzione della possibilità di accesso ai Paas si è ridotta del 40% e quindi ne possiamo dedurre che probabilmente l' esperimento può essere considerato fallito.

Inoltre, se i locali sono stati concessi dal comune ed il personale risulterebbe essere volontario o pressoché tale, non le sembra Sig. Sindaco che gli stanziamenti del comune pari ad euro 51.000,00 e quelli della regione pari ad euro 75.000,00, avrebbero dovuto essere ridimensionati, con la restituzione della quota parte delle somme destinate ai due punti PAAS mancanti ?

Non crede Sig. Sindaco che questa situazione potrebbe rappresentare uno spreco di denaro pubblico, di interesse della Corte dei Conti Regionale ?

Nel merito, chiedo la relativa rendicontazione per verificare l' andamento complessivo del progetto e se sono stati restituiti i 30.000,00 euro alla Regione Toscana, per non aver realizzato i due mancanti punti PAAS.
Sig. Sindaco, pur considerando che sono state sostenute spese varie e di manutenzione per gli apparecchi presenti all' interno dei PAAS, come è stato possibile
spendere 126.000,00 euro ( 51.000,00 + 75.000,00 ) solo per il mantenimento di questi punti ?

Signor Sindaco, prima di attivarsi per il finanziamento di un nuovo progetto PAAS, come risulta dalle cronache locali dei quotidiani del giorno 12.11.2009, avete provveduto alla verifica dei risultati ottenuti con il precedente progetto ?

E' stata redatta una relazione per la Regione Toscana ?
Per quanto riguarda il nuovo progetto, mi può spiegare in maniera dettagliata il percorso fatto, la situazione complessiva attuale, a chi è stato affidato e a quanto ammonta il finanziamento della Regione e lo stanziamento del Comune di Massa.

Per quanto sopra, chiedo risposta scritta e dettagliata a tutte le domande poste e copia della relativa documentazione ( relazione del primo progetto con rendicontazione complessiva).






Massa, li 11. 02. 2010


IL CONSIGLIERE COMUNALE
STEFANO BENEDETTI

sabato 10 settembre 2011

I PAAS (3 puntata) L'interpellenza regionale del consigliere Jacopo Ferri ....

Firenze, 9 marzo 2010



Al Presidente

Consiglio Regionale

S E D E



INTERROGAZIONE

- a risposta orale -

ai sensi dell’Art. 115 del Reg. Int.





Oggetto: SULLA “RETE PAAS” ( PUNTI DI ACCESSO

ASSISTITO AI SERVIZI E INTERNET ).



Premesso che

In data 11 Novembre 2009, è stato ammesso al finanziamento stanziato dalla Regione Toscana, il progetto “MY CAMP PAAS” per il rafforzamento e la diffusione della rete dei punti per l' accesso assistito ai servizi e ad internet.

Il progetto PAAS, nella Città di Massa, è stato attivato in un primo momento dalla Giunta Neri e poi, con un secondo progetto dall’attuale Giunta Pucci.

L'esito finale dei due progetti non è mai stato reso noto pubblicamente e se ci si trova a chiedere ad un qualsiasi cittadino massese se conosca l' esistenza dei Paas o se sia al corrente di cosa essi siano le risposte sono quasi sempre negative.

E’ a questo punto, doveroso, anche in assenza di risposte da parte dell’Amministrazione di Massa a seguito di precise istanze avanzate, valutare quali fossero gli obiettivi iniziali ed i modi e tempi dei finanziamenti regionali del 2005 e quali fossero le condizioni stabilite dalla convenzione con la quale era stato affidato il progetto ad una associazione privata.

In particolare, si chiede di verificare se l'Associazione ha mantenuto e mantiene l’impegno di presidiare n. 5 punti PAAS, nel totale rispetto delle attrezzature messe a disposizione dal Comune di Massa e se quindi (anche leggendo l' Atto di Giunta n. 306 del 10.11.2005, avente per oggetto “Convenzione fra Comune di Massa ed associazione SURSUM per la creazione e gestione di Punti di Accesso Assistito ai Servizi e a Internet – PAAS ”) la Regione Toscana ha verificato, ed eventualmente come, se l’impegno di cui alla succitata convenzione (istituzione di n. 5 PAAS con un contributo al Comune di Massa, pari a Euro 15.000,00 per ognuno per un totale di euro 75.000,00 in conto spese di investimento) sia stato correttamente ed integralmente realizzato dal Comune e dall’Associazione SURSUM sia per il numero dei punti da “aprire”, sia per il loro presidio, sia nella gestione degli strumenti tecnologici messi a disposizione dal Comune di Massa ovvero acquistati con il contributo previsto. Risulterebbe, infatti, da alcune segnalazioni che i punti Paas attivi siano soltanto 3 e che nonostante ciò, la Regione Toscana avrebbe ugualmente assegnato tutto l'importo previsto per il progetto.

Si deve inoltre segnalare che l'assoluta mancanza di segnaletica ha reso praticamente invisibili ed intercettabili le sedi dei Paas esistenti e che il tempo di apertura al pubblico è eccessivamente stretto.



Tutto ciò premesso

Interroga la Giunta e l’assessore competente affinché verifichino e riferiscano:



-quali e quanti siano i punti Paas attivati dal Comune di Massa;

-se e come è stata vagliata la rendicontazione completa relativa all'andamento complessivo del progetto Paas;

-se, nell’evenutalità che non tutti i punti Paas siano stati realizzati, siano stati restituiti i denari stanziati per la loro apertura dalla Regione Toscana;

-se e quali risultati siano stati ottenuti con il progetto PAAS attivato dal Comune di Massa;

-quale percorso è stato fatto in riferimento al nuovo progetto Paas, quale sia la situazione complessiva attuale, a chi sia stato affidato e a quanto ammontino il nuovo finanziamento della Regione e lo stanziamento del Comune di Massa.



Jacopo Ferri

venerdì 9 settembre 2011

PAAS: I documenti mancanti

I PAAS (2° puntata)

Leggo con interesse l’intervista sui PAAS, rilasciata dall’assessore Lina Coppa, in risposta al consigliere Benedetti, e apprendo che: “…..il comune ha cofinanziato l’intervento per un anno, solo fino al 2006, poi è riuscito a tenerne aperti solo tre….” ; tuttavia, faccio presente all’assessore che esiste un documento ufficiale denominato PROGETTO N°27 del programma n°1 allegato al bilancio 2008, (quindi due anni dopo) che certifica esattamente il contrario, infatti, la U.O. sistemi informatici e telematici, (Resp. Dott. Dalle Mura Franco), dice espressamente:“…tali punti sono 5 e sono dislocati presso le sedi delle Circoscrizioni Comunali sono gestiti da un soggetto associazionistico…”.

L’assessore c’informa, poi, che la riduzione a sole tre unità ha ridotto il finanziamento da 30.000 a soli 20.000 € per la gestione.

Anche qui, però, il documento citato discorda, asserendo: “….è previsto un investimento di 30.000€ l’anno per il rinnovo della convenzione con l’associazione che gestisce i PAAS per conto del Comune….”, siamo sempre nel 2008, quindi almeno fino al 2008 risultano certificati a bilancio consuntivo 30.000 € (perché?), mi sorprende, però, che l’assessore non sia a conoscenza di un documento allegato al bilancio consuntivo 2008, quindi, delle due una, o l’assessore non conosce bene la storia dei PAAS o la U.O. allega al bilancio delle dichiarazioni imprecise e non veritiere.

Per quanto riguarda il posizionamento, c’è da domandarsi se si possa definire “felice” la collocazione dei PAAS sopravvissuti, di fatto, sono tutti pressoché invisibili e senza segnaletica frontale, come se non si trattasse di un “servizio” destinato ai cittadini, pertanto, non meraviglia affatto che, 2 di questi 5, siano stati soppressi, per come sono dislocati, poteva accadere a tutti e 5 (difficile trovarli!), di fatto, però, i punti ufficialmente attivi e realizzati in regime di prima convenzione sono tre: 36, 38, 40, (…e non c’è notizia di soppressioni).

Solo a seguito del rinnovo della convenzione scaduta, il 12.11.2009, sono divenuti 5, con l’aggiunta dei n°423 e 424, questi ultimi, però, sono arrivati ben 383 punti PAAS dopo i primi tre, pertanto realizzati dopo la scadenza. Pertanto, come sono stati spesi questi finanziamenti?
Non è dato sapere, ma quel che più spiace è che l’assessore si sia impegnata senza chiarire questa vicenda.

I dubbi restano e solo la rendicontazione, comune -“Sursum”, potrà chiarire la vicenda, (peraltro prevista dalla convenzione fra comune e associazione ex art. 7, atto di giunta 10.11.2005 n°306), sottolineo, però, che questi documenti sono necessari all’ente per verificare la sussistenza dei requisiti di operatività e per rendicontare le effettive spese sostenute.

Conseguentemente, dovrebbero essere custoditi presso il comune nella disponibilità dei consiglieri, i quali, qualora lo desiderino, per mandato politico, possano visionarli per valutare la corretta registrazione delle entrate, delle uscite e quindi l’equilibrio finanziario, trattandosi, inoltre, di associazioni dovrebbero essere solo rimborsi per i costi sostenuti, mai somme aggiuntive, a nessun titolo.

Giacendo, dunque, la documentazione in regione, il consigliere Benedetti non può placare le sue richieste per il sol fatto che non è stata trattenuta copia presso gli uffici comunali. Tutto ciò è assolutamente irricevibile, oltre a essere improponibile!Dov’è questa documentazione, di cui il comune dovrebbe trattenere copia?


ottobre 2010
Francesco Sinatti

giovedì 8 settembre 2011

Un parcheggio da "Oscar"

Giovedi scorso, di ritorno da un breve "week end" di vacanza, ho trovato questo acrobatico parcheggio davanti a  casa e penso che l'Oscar sia da attribuire con la "lode", con la quasi certa probabilità di diventare il parcheggio dell'anno, a questo guidatore, probabilmente, "non proprietario" del mezzo. A che servono le "strisce blu", il piano parcheggi, i vigili urbani e l'assessore al traffico? E' una provocazione fare la multa per divieto di sosta di fronte ad esempi di questo genere!!!











mercoledì 7 settembre 2011

Quei misteriosi “punti di accesso assistito ai servizi” chiamati PAAS

Un "cold case" che ha sfiorato il dibattito politico è tornato d'attualità: I PAAS ( 1° puntata)
Chi ha mai sentito parlare di PAAS(*internet point pubblici)? Ho chiesto a diversi cittadini massesi che cosa siano i PAAS e dove si possano trovare questi “punti di accesso non identificati”, nel migliore dei casi mi hanno guardato sorpresi, quando non li hanno scambiati per il servizio autostradale, ma nessuno mi ha saputo dire cosa sono, tuttavia, essendo un servizio per il “cittadino”, i cittadini dovrebbero sapere dove rintracciarli per poterli utilizzare. Invece, non sanno nemmeno cosa siano e dove si trovino.

Eccellente!! Si è raggiunto il massimo della “disinformazione” spendendo soldi “pubblici”(Regione-Comune) per potenziare l’accesso alla rete e alla “società della conoscenza e dell’informazione” senza sapere cosa siano e, soprattutto, dove siano questi servizi, il contrappasso è rispettato, visto che, senza paradosso, non saremmo in Italia e precisamente a Massa.

I documenti in proposito parlano di abbattimento del “digital divide” (divario digitale), ma oltre a non sapere dove siano non si sa, nemmeno, quanti accessi abbiano avuto dal momento del loro insediamento e, soprattutto, quanti siano, ma la questione che mi pongo è se abbiano o meno raggiunto gli standard richiesti per poter essere rifinanziati a partire da quest’anno con il progetto “My Camp PAAS”.

Com’è consuetudine l’esito del progetto non è mai stato reso noto all’opinione pubblica, anche se, giorno 12.11. 2009, con tanto di conferenza stampa, l’assessore di riferimento L. Coppa annuncia il rinnovo della convenzione per i prossimi anni, senza dare alcun riscontro circa i risultati ottenuti dal progetto n°27 del programma n°1 U.O. Organizzazione sistemi informativi e telematici.

La U.O. certifica a bilancio 2008 che i PAAS sono 5, cioè :“…..tali punti sono attualmente 5 e sono dislocati presso le sedi delle circoscrizioni comunali”. I PAAS, però, oggi, come allora, sono 3 e non 5 e sono stati 3 e non 5 per diversi anni (anche se ne stanno completando 2, mentre scrivo 10.3.2010), quindi gli standard non sono stati raggiunti per quanto riguarda il numero dei PAAS alla fine del 2009 (3 PAAS invece di 5 è il 40% in meno).

Pochi sanno, però, che la Regione ha stanziato 75.000 € (5 x 15.000 per PAAS) cofinanziati dal Comune (per il 70% della cifra), pari a 51.000 €, che vanno a sommarsi ai progetto 30.000 € all’anno previsti per il rinnovo della convenzione, come da bilancio 2008 al progetto n°27, con il soggetto che gestisce i PAAS, cioè l’associazione “Sursum”.

Quindi facendo le somme: 75.000 + 51.000 + 30.000 (per il numero di anni di attivazione della convezione) è una cifra consistente (vicina ai 300.000 €) per finanziare un servizio che i cittadini non conoscono e non sanno di poter sfruttare, senza dare nessun riscontro in rendicontazione e ai risultati del progetto all’esito del rinnovo della convenzione con “My Camp PAAS”.

Che ne è stato dei finanziamenti per i 2 PAAS mancanti, che ne è stato della verifica degli standard che la Regione richiede al Comune per il rinnovo e che ne è stato della verifica degli standard e rendicontazione dei finanziamenti ricevuti dall’associazione “Sursum” alla U.O. competente del Comune? Nulla si sa al riguardo.

Nonostante un interpellanza del consigliere Benedetti, che non ha mai “raggiunto” la discussione in consiglio, nonostante che le redazioni dei giornali siano informate da 2 anni, nessuno si decide a darci conto di come siano stati spesi questi soldi che dovrebbero garantire un servizio ai cittadini meno “fortunati”. Il silenzio è d’oro! Ma in questi casi non promette nulla di buono.



3 ottobre 2010

Francesco Sinatti



n.d.r. * I PAAS: (“…… sono un servizio di assistenza che viene offerto ai cittadini per il reperimento dei servizi on line al fine di ridurre gli ostacoli che impediscono l’accesso all’utenza alla società dell’informazione e della conoscenza”, cosi cita il regolamento che li istituisce all’art.1).







domenica 4 settembre 2011

CERMEC: un concordato “impossibile”

L’incalcolabile debito della ASL, l’orrenda vicenda del cimitero di Mirteto, e l’attualissimo scandalo del concordato “impossibile” del CERMEC, compresa la falsa fatturazione e l’incendio della ERRE ERRE, rappresentano un evidente “paradosso” che conferma che, a Massa, non ci sono “responsabilità”, per quanto gravi, che possano travolgere i vertici di queste aziende, l’amministrazione locale e coinvolgere la regione toscana.

Siamo nel “Far West” decide lo sceriffo di turno chi “mettere dentro”, a Massa, dopo mesi, anni, scandali sui giornali, denuncie alla Procura e carte bollate, non ci sono rei confessi e non sono stati pizzicati i responsabili di queste vicende, quindi nessuno risponde di tasca propria e con la propria fedina penale.

Eppure sappiamo chi, avrebbe dovuto vigilare e, colpevolmente, non lo ha fatto, sappiamo benissimo che se vi fosse stato un governo centrale di “sinistra” e un amministrazione locale di “destra” (cosa ardita da pensare anche dopo le scempiaggini di questa amministrazione) avremmo avuto indagini a tappeto e ispettori ministeriali, un giorno si, e l’altro anche, a rovesciare come un “calzino” l’operato degli amministratori locali esponendoli al “pubblico ludibrio” sulla stampa.

Invece? Invece, un silenzio “assordante” regna sulle inconfessabili responsabilità che vedono la nostra città in “pole position” nelle classifiche dell’illegalità strisciante e del degrado civile e sociale, un silenzio che la città, da anni, paga con il rincaro delle tasse locali senza che “servizi”, degni di questo nome, vengano erogati in cambio e, senza, che nessuna forza “Politica” si faccia paladina e difenda il cittadino.

Siamo in mano ai tecnocrati di turno che nel caso del CERMEC vogliano avallare l’ipotesi di un concordato “impossibile” per legge e che contravviene al dettato del codice civile (e a diverse sentenze di tribunali nazionali) per evitare al governo della città di rispondere del fallimento tecnico del CERMEC che ha, come sola via d’uscita, l’indicazione di un curatore fallimentare che scelga “un altro soggetto” in grado di garantire i creditori per mantenere la continuità nell’esercizio d’impresa con il proprio capitale sociale.

Il CERMEC, non solo non vanta più un capitale sociale, ma è l’artefice di un buco di bilancio di oltre 20 milioni di euro nella propria gestione che non lo rendono più credibile nella gestione del ciclo dei rifiuti, pertanto, al di là di ciò che possano dire “consulenze” milionarie (1.2 ml/€), per sostenere la continuità del ciclo aziendale, il CERMEC E’ TECNICAMENTE FALLITO! NON CI SONO RISORSE PER POTER PAGARE I CREDITORI! Poi si possono fare tutte “le acrobazie” del caso per un salvataggio che sarà solo temporaneo e permetterà ai responsabili politici di turno di farla ancora “franca”, nonostante l’evidenza!







Francesco Sinatti