giovedì 26 settembre 2013

MAFIA: Infiltrazioni "live"

STRATEGIE MAFIOSE.  Perché insistiamo sulla valenza strategica della zona Apuana ( Massa-Carrara) quando parliamo di mafia e criminalità organizzata? E’ terra di confine e come tale favorisce il transito di traffici d’importanza nazionale e internazionale. Le strategie cambiano in funzione delle organizzazioni. Per la camorra (soprattutto per i Casalesi e loro affiliati come i Saetta) Massa – Carrara rappresenta l’asse per affari nel nord, cosa diversa per la ‘ndrangheta. Qui bisogna soffermarci per capire meglio alcune dinamiche. La Liguria è una delle prime regioni del Nord soggetta a infiltrazioni mafiose ‘ndranghetiste tanto da essere diventata un loro baluardo e a far dire ad un affiliato: “la Liguria è nostra”. La ‘ndrangheta in Toscana ha subito diverse sconfitte (sottolineamo i numerosi arresti nel senese e nel fiorentino, dove l’organizzazione aveva dato inizio ad una attività a “macchia di leopardo”). Massa – Carrara risulta invece uno spartiacque per accedere alla Toscana seguendo una linea di espansione non più a zone frammentate, bensì logica e lineare soprattutto lungo la fascia costiera. Prendiamo i porti: i territori più a rischio secondo gli ultimi rapporti della Dia e della Fondazione Antonino Caponnetto, sono Massa-Carrara e Livorno, guarda caso. Ecco qual’é la differenza rispetto agli insediamenti già consolidati (storici) dell’organizzazione dove ormai conosciamo con precisione la struttura. Analizzare le presenze in zona Apuana ci permette di descrivere “live” un infiltrazione poderosa tutt’ora in corso. Domanda: l’attuale sistema sociale possiede gli anticorpi di legalità per difendersi da questo massiccio attacco al tessuto industriale, all’economia, alla politica, alla salute, al mantenimento delle regole? Gli avvenimenti di questi anni ci dicono di no. Le dichiarazioni che stiamo per riportare ci mostrano un vuoto istituzionale preoccupante, dove la competenza viene emarginata e soffocata con inutili polemiche. Partiamo dalle prime dichiarazioni sul fenomeno infiltrazioni mafiose nella provincia apuana (in sintonia con quelle di altri dirigenti toscani che non vogliono ammettere una realtà scomoda e allarmante).
21 gennaio 2012
Articolo della Nazione: “è stato molto chiaro il Questore Girolamo Lanzellotto… non ci sono omertà e infiltrazioni mafiose.. A noi, alle altre forze dell’ordine e alle istituzioni che si occupano del fenomeno questo alto rischio non risulta”.
C’è da domandarsi se si siano mai occupati del fenomeno. Dello stesso tono le dichiarazioni del precedente Prefetto Giuseppe Merendino. Peccato che il 29 aprile 2011 il medesimo dichiarava: “Mafia, allarme da non sottovalutare …. Non posso escludere che ci sia stato il rischio di infiltrazioni mafiose, ma esso, dopo le intense attività di prevenzione messe in atto, è venuto meno” (La Nazione). Ma non sarà che gli organi competenti brancolano nel buio? Come mai le numerose operazioni e conseguenti arresti (avvenute negli ultimi due anni, a conferma delle nostre ipotesi ), provengono sempre da procure esterne?
TRISTE CONFERMA:  Certo, compiere operazioni antimafia è complicato quando si dice che non esiste (in zona). L’esempio è valido anche in molte altre piccole realtà nazionali, per questo motivo la circostanza. Il bello deve ancora venire! Il Pm Federico Manotti (magistrato di grande professionalità e dedito a queste inchieste, ricordiamoci l’intervista che ci rilasciò per il libro “La Provincia del Silenzio”) alla fine della sua permanenza confessò ai giornali locali:
Torniamo all’esperienza massese: oltre alle numerose inchieste che ha portato a termine, per quasi un anno ha svolto le funzioni di capo. Che procura è quella di Massa?
«…… non è facile lavorare qui per chi ha il dovere di fare rispettare le leggi».

In che senso?
«Nell’unico senso possibile in cui si può leggere questa affermazione. Ed è l’aspetto che più mi ha lasciato l’amaro in bocca in questa esperienza apuana. Stando qui ti rendi conto che il senso della legalità è un po’ diverso che dalle altre parti. I cittadini fanno molte difficoltà a collaborare con le forze dell’ordine. Dopo aver lasciato Reggio Calabria, ero convinto che a Massa-Carrara mi sarei confrontato con un contesto diverso. Pensavo che la gente fosse predisposta ad aiutare la giustizia. Ma non è così, questa terra non sembra neppure Toscana. Anzi, devo dire che ho trovato tante similitudini con la mia esperienza calabrese. Troppe similitudini».
Il quadro è chiaro, ma le dichiarazioni di risposta all’intervista fecero capire che in questa terra c’è qualcosa che effettivamente non funziona.
Roberto Pucci. «La collaborazione che l’amministrazione da me guidata ha offerto alla procura – replica il sindaco – è stata totale, E di questo credo che il dottor Manotti possa darmi atto. Anzi, l’amministrazione è stata in questi anni motore di segnalazioni e denunce di possibili illeciti amministrativi (il riferimento è principalmente a Cermec, Asl, Massa Servizi ndr.). ( Vi consigliamo a riguardo di consultare i libri:“ Trame di Potere” e i” Il Nido degli Scorpioni, perché anche qui qualcosa non va N.D.A) Proprio per questo non riesco a capacitarmi di simili affermazioni. Credo che la rappresentazione di un territorio omertoso sia ingiusta e sbagliata. I cittadini che conosco io non sono omertosi, anzi gridano, alzano la voce, quando la giustizia non funziona». Angelo Zubbani. neanche il sindaco di Carrara vede omertà tra i suoi cittadini. «Mi sembra – dice – che il sostituto procuratore abbia voluto togliersi alcuni sassolini dalle scarpe, Ma non capisco. Certo, la procura è un osservatorio diverso da quello di un palazzo civico. Tuttavia io vedo una reattività forte dei carraresi nei confronti di soprusi e ingiustizie. Ricevo montagne di segnalazioni di torti veri o presunti subiti dai cittadini, qui niente viene perdonato alla politica e alle istituzioni e con forme, a volte, sopra le righe. Su inchieste pesanti come Sinba alluvione, crollo Politeama, la domanda di giustizia è fortissima; mi riesce difficile pensare ai carraresi come omertosi, non è nel nostro Dna». Salvatore Gioè. «Ho conosciuto una persona attenta e garbata, mi sorprende un giudizio così pesante, direi feroce, sulla nostra collettività. Giudizio che non posso condividere neanche per una virgola», dice il presidente dell’Ordine degli avvocati di Massa Carrara( Non condivide nemmeno i rapporti della Dia? N.D.A). «Non so a quali casi particolari faccia riferimento il dottor Manotti – prosegue -, ma avrebbe potuto scegliere un modo più elegante per salutare. Ha fatto indagini importanti, ha fatto un buon lavoro, sono sorpreso e amareggiato da questi giudizi». Adriano Martini. Più volte “avversario” in aula del sostituto Manotti, Martini rilascia un commento breve ma affilato: «Immagino che quei giudizi siano il frutto di una delusione riguardo a mancate conferme alle sue ipotesi di indagine». Valter Mattarocci. «Da penalista e da massese rifiuto queste accuse neanche troppo velate di omertà. Se fosse così, come mai finora nessun pm ha mai elevato accuse tanto pesanti? ( Giusta domanda N.D.A). E perché lanciare questo sasso al momento del trasferimento e non nell’esercizio delle funzioni?» accusa l’avvocato.” ( Il Tirreno).  Comunque informiamo i nostri lettori che a breve sentiremo nuovamente la loro opinione sugli ultimi sviluppi.
UNA NUOVA CONSAPEVOLEZZA?  Sembra, da qualche tempo, che le istituzioni cittadine abbiano preso atto che la presenza di organizzazioni criminali di stampo mafioso a Massa siano più una realtà che un ipotesi da escludere. Prima le dichiarazioni del neo insediato questore Giuseppe Misiti: “Andrò anche più a fondo nell’ambito delle infiltrazioni mafiose”, pochi giorni dopo la giunta comunale adotta la Carta di Pisa ed il codice etico degli amministratori contro la corruzione e le infiltrazioni mafiose. Da addetti ai lavori siamo dell’idea, però, che le dichiarazioni d’intenti e le marce contro la mafia siano manifestazioni folkloristiche che lasciano il tempo che trovano. Parallelamente all’attività istituzionale e all’adozione di carte d’intenti ci aspettiamo che l’amministrazione e le istituzioni applichino severamente le regole già esistenti. D’altro canto, però, la Procura della repubblica di Massa per adesso tace. Silenzio! Un silenzio imbarazzante.
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