giovedì 6 ottobre 2022

L'ORO DELLE BANCHE CENTRALI DI UNGHERIA & POLONIA E L'INTEGRITA' DELLA COMUNITÁ EUROPEA


 Cosa potrebbe accadere in futuro all'integrità della Comunità Europea, se due dei passaggi piú delicati: Brexit e l'elezione del nuovo parlamento Europeo (26 maggio 2019), dovessero essere di segno avverso all'unità dell'unione? 

 

Cioè a dire, se la Brexit non trovasse un "soft landing" che tenga l'Inghilterra, se non integrata, legata commercialmente alla comunità europea, ed alle elezioni prossime venture per il parlamento europeo prevalessero - come sembra - i c.d. "Sovranisti e populisti"? 

 

Lo "spread" Bund - Btp sembra dirci che anche l'Italia (che ha già un "alchemico" governo "sovranista e populista") farà parte di questo pericolosissimo giro di valzer sull'orlo della speculazione finanziaria dei mercati internazionali, dandoci in tempo reale, un segnale dell'eventuale divaricazione fra alcuni dei piú importanti 27 paesi che compongono l'Unione comunitaria.

 

Le politiche delle banche centrali (di almeno due) dei quattro paesi del patto di Visegrad (UNGHERIA & POLONIA) sembrano già darci un orientamento su quanto è alta "la febbre" all'interno dell'Unione.

 

l'Italia e i Quattro di Visegrad potrebbero essere spinti, dallo sconsiderato "tiro alla fune" delle istituzioni comunitarie sulle politiche di austerity e di bilancio, nell'orbita russa, proprio per l'incapacità delle istituzioni comunitarie di mantenere l'unità economico e sociale dell'area. 

 

Okkio! A questo tornante della Storia il rischio è quello di trovarsi un "EUROPA" divisa, con diversi paesi "satellite" sotto l'influenza di una potenza "regionale", la RUSSIA, rovesciando il paradigma dell' "OPERAZIONE BARBAROSSA" e dell'ambizione Napoleonica post Austerliz.

 

Questi segnali sembrano trovare piú di un fondamento in alcune scelte delle banche centrali di Ungheria e Polonia:

 

"...l’Ungheria, nella prima metà di ottobre ha addirittura decuplicato le riserve aurifere. A rivelare gli acquisti è stata la banca centrale magiara, che ora possiede 31,5 tonnellate di metallo, contro le 3,1 tonnellate che aveva a fine settembre. 

L’oro – che le autorità monetarie hanno specificato essere «in forma fisica» e custodito in patria – ha un valore di circa 1,24 miliardi di dollari e la stessa Magyar Nemzeti Bank (Mnb) afferma che a questo punto rappresenta il 4,4% del totale delle riserve del Paese. In assoluto il metallo custodito dall’Ungheria non è moltissimo...a stupire è piuttosto la rapidità con cui Budapest ha moltiplicato le riserve aurifere, che ha lasciato perplessi alcuni analisti. 

 

... Il governatore della Mnb, Gyorgy Matolcsy, ha dichiarato che si è trattato di una decisione «di importanza strategica» sotto il profilo economico e nazionale e ha fatto un vago riferimento all’esigenza di aumentare la «sicurezza» delle riserve.

 

...Parco di dettagli tecnici, Matolcsy non ha risparmiato la retorica, ricordando la storia dell’Ungheria – che nel Medio Evo era nota per le sue miniere d’oro – e rievocando la vicenda di uno dei treni d’oro dei nazisti, intercettato in Austria dalle forze americane nel 1946.....

 

La scelta dell’Ungheria in fin dei conti sembra avere soprattutto un contenuto politico, probabilmente orientato a rafforzare il consenso dell’opinione pubblica interna, dopo le reprimende della Ue. 

 

.... Nel 2018 gli acquisti di oro del cosiddetto settore ufficiale sono «di gran lunga ai massimi da sei anni», hanno fatto notare gli analisti di Macquarie, stimando che ammontassero a 264 tonnellate a fine settembre. 

 

Sempre nell’Europa orientale, anche la Polonia – un altro Paese membro della Ue ma non dell’Eurozona – si sta muovendo nella stessa direzione dell’Ungheria. Varsavia, che fino a quest’estate non aveva toccato le riserve dal 1998, ha comprato altre 4,4 tonnellate di oro a settembre, in aggiunta alle 9 già comprate tra luglio e agosto. Gli ultimi acquisti, segnalato dal Fondo monetario internazionale (Fmi), portano le riserve polacche a 117 tonnellate, un record da almeno 35 anni".

 

(Fonte Sole 24 ore, 18 ottobre 2018, Sissi Bellomo)

 

Queste improvvise e repentine mosse delle banche centrali di Ungheria e Polonia sebrano segnalare non solo l'incertezza che si respira sui mercati internazionali ed europei.

 

"...Ma cosa rende l'oro fisico cosi speciale? Abbiamo pensato di chiederlo alle dirette interessate, ponendogli la seguente domanda: poichè numerose banche centrali attorno al mondo detengono riserve auree... 

Cosa puó spingere una banca Centrale a detenere questo asset in così grandi quantità?

 

Ecco, in sintesi, cosa ci hanno risposto. A dirla tutta, le ragioni sono tante…

Le ragioni del perché le banche centrali detengono oro in grandi quantità sono molteplici.

 

Ricorrendo alle esatte parole utilizzate dai loro uffici stampa, ecco le definizioni più gettonate per il metallo giallo conservato nei loro caveaux e del perché lì vi si trovi:

 

   -   un’assicurazione in caso di crisi

- un piano B contro eventi imprevedibili,

- una forma di assicurazione

- un porto sicuro

o, come preferisce descriverlo la Banca d’Inghilterra, è un “war chest” [forziere per munizioni] o, in gergo civile, una risorsa perfetta in caso di emergenza.

 

Molte di loro, inoltre, hanno menzionato la facilità di liquidazione dell’oro e la possibilità di poterlo vendere con facilità anche a soggetti stranieri in caso si voglia ottenere valuta estera per gestire improvvise crisi di liquidità o svalutazioni o, più raramente, l’andamento del cambio della valuta nazionale sul FOREX.

 

Sottolineato più volte, è stato il ruolo dell’oro come scudo contro l’inflazione il che spiega perché le banche centrali vedano al prezzo del metallo nobile quale termometro dell’inflazione corrente e barometro di quella futura.

 

Molti istituti hanno anche precisato che l’oro fisico, per via di alcuni suoi tratti unici quali: l’essere scarsamente disponibile in natura ed il dover essere estratto attraverso processi di lavoro intensivi, è privo di rischio di controparte e poiché non viene emesso a piacere da alcun governo, non porta con sé il rischio di insolvenza dell’emittente [cosa che invece assilla tutti gli strumenti cartacei negoziabili sui mercati finanziari ndr].

 

Tra le potenzialità dell’oro fisico, alcune hanno anche enumerato, seppure a mezza bocca, il fatto che si possa trarre profitto dal suo affitto attraverso prestiti o gold swaps.

 

Curiosamente, nonostante sia una pratica molto diffusa nel settore bancario, in poche hanno confessato di praticare direttamente il prestito aureo: un’altra prova dell’assoluta segretezza che circonda i rapporti ufficiali sullo scambio e prestito di metallo giallo tra istituti bancari, un mercato che vede i suoi cardini principalmente nelle roccaforti di Londra, Parigi e Berna.

 

Infine, sono stati citati anche i benefici della diversificazione attraverso l’acquisto di oro: il suo prezzo, infatti, non sembra rispondere alle notizie finanziarie tanto quanto ci hanno abituato altri asset quali obbligazioni, azioni o derivati, ed in più non è correlato al prezzo di nessun altro asset collaterale. Ciò rende indubbiamente l’oro un fattore di stabilità all’interno di un portafoglio investimenti.

 

Il supporto mostrato dalle banche centrali di mezzo mondo a favore dell’oro fisico quale scudo contro l’inflazione, elemento profittevole e diversificante, soluzione salvagente nei momenti di difficoltà, rende il 2018 l’anno in cui si sta registrando l’entusiasmo più forte degli ultimi 10 anni nei confronti del metallo giallo" (23 marzo 2018, fonte: Staff DeshGold).

 

Quali sono i "veri" motivi che hanno indotto le banche centrali di Ungheria e Polonia ad aumentare cosi rapidamente le loro riserve d'oro fisico?