Il Presidente “imputato”

Massa è una cittadina che è al biasimo delle cronache locali, uno giorno si e l’altro anche, per gli scandali più “fantasiosi” che farebbero certo la fortuna di un romanzo che diventerebbe rapidamente “best seller”.

A questo “romanzo immaginario” non poteva mancare la pagina scandalistica dell’attuale Presidente del Consiglio e alcuni assessori, della precedente amministrazione, coinvolti in un inchiesta che li vede imputati per ipotesi di uso privato di cellulari “istituzionali”.

Le reazioni a caldo sono state variegate e dettate dai personali convincimenti dei soggetti coinvolti nella vicenda, ma se per tutti gli ex assessori imputati è comprensibile l’amarezza e la speranza di venire fuori da questa “storiaccia” senza condanne, non è invece comprensibile l’atteggiamento del attuale Presidente.

“Sono pulito non mi dimetto….”, queste le sorprendenti dichiarazioni a caldo di Marco Andreani che, contrariamente agli altri imputati, ricopre attualmente un incarico politico istituzionale.

Ovviamente, queste dichiarazioni, non sono ammissibili per un politico del suo calibro e per l’incarico che riveste nell’amministrazione.
Il ruolo di Presidente in pectore lo obbligherebbe, infatti, ad “un senso di responsabilità” maggiore in virtù del fatto che, la Sua figura, rappresenta istituzionalmente l’unità del Consiglio imponendogli di non allungare ombre sulla Sua condotta attuale e precedente all’insediamento.

L’imbarazzante posizione assunta consiglierebbe l’amministrazione di prendere le distanze dal proprio Presidente che, se non si vuole dimettere, dovrebbe essere sfiduciato dal voto in Consiglio, il quale deve sentirsi in obbligo di prendere una precisa posizione riguardo alla vicenda.

Ma, tutto ciò, non è assolutamente scontato e potremmo non farci mancare l’onta di avere un amministrazione rappresentata da un Presidente che potrebbe essere condannato per peculato che non intende dimettersi per difendersi “libero” dal proprio incarico istituzionale.

 
Francesco Sinatti