La sopresa nell’uovo di Pasqua.

Una Pasqua difficile per l’amministrazione che si è dovuta confrontare con la “sorpresa” che il PD aveva in serbo per la Domenica delle Palme.

In breve, da tempo si cercava per gli uffici del Comune, siti in palazzo Brancadoro, una nuova collocazione in un palazzo del centro città adatto ad ospitarli, dopo mesi d’illazioni sulle più disparate soluzioni, l’amministrazione si decide a prendere in affitto il 30 Dicembre 2008 il Palazzo Ex Enel al civico n°21 di Via Cavour a due passi dal Comune.

La lunga ricerca di una collocazione idonea sembrava aver avuto un lieto fine con il trasloco degli uffici in questa nuova sede in fase di allestimento, ma Domenica 5 aprile apprendiamo dalle pagine dei giornali che il Palazzo Ex Enel è stato comprato, il 6.3.2009, da un noto imprenditore vicino alla neo eletta amministrazione.

Quest’ultima è la coda della velenosa polemica in cui l’amministrazione viene coinvolta dal PD che ritiene l’operazione poco trasparente e non gestita nell’interesse dei cittadini, in sintesi, si ritiene il canone d’affitto della palazzina sia particolarmente elevato tanto da renderne conveniente l’acquisto.

L’assessore Volpi ha ribattuto più volte di aver optato per la soluzione più economica e su quanto asserito non c’è da dubitare, tuttavia, considerando l’ammontare del canone (208.000 € primo anno e 250.000€ per gli anni seguire), si poteva prevedere un eventuale acquisto dell’immobile considerando che i tempi per poter rendere agibile il palazzo dell’intendenza di Finanza non sono certi (non è nemmeno accatastato).

Quanti anni ci vorranno per adeguarlo alle esigenze dell’amministrazione: due, tre, cinque?

L’acquisto con mutuo, con rata di pari importo all’attuale affitto, avrebbe trasformato quest’ultima in un costo investimento permettendo di recuperare tutti i canoni annuali necessari a trasferirsi nel palazzo dell’intendenza di finanza, piuttosto che “perdere” il denaro speso come nell’attuale affitto a tempo.

 
A proposito di un futuro acquisto l’amministrazione si riservava con delibera di giunta n°462 del 27.11.2008 la possibilità di esercitare l’opzione per comperare l’immobile.

Tale diritto, detto anche di prelazione, poteva essere vantato dal Comune sin dalla firma del contratto di locazione (30 dicembre 2008), in seguito, la giunta lo ha subordinato ad un termine,1 aprile 2009 (un pesce?), con atto n°502 del 18.12.2008 (quindi con la delibera seguente).

Perché privarsi di tale diritto per tre mesi?

In merito l’assessore sostiene (15.4.09), testualmente: "questa è una clausola che ho strappato io, che è vantaggiosa per il Comune. Se il proprietario dell'immobile andasse a scatafascio, l'amministrazione può intervenire"; anche se, qualche giorno prima aveva sostenuto una versione diversa, (5.4.09 ): "Noi volevamo anticipare la data, ma è stata la Aled che ha deciso il 1 aprile 2009".
Ci si metta d’accordo su chi e perché abbia voluto inserire il diritto di prelazione come clausola a partire dal 1.4.2009, resta il fatto che il diritto poteva comunque essere fatto valere sin dalla sottoscrizione del contratto d’affitto, a dicembre, da parte del conduttore (il Comune) se non se lo fosse volutamente precluso.

Con “il vantaggio” che se, nel lasso di tempo che corre fra il 1 gennaio e il 1 aprile 2009, fosse subentrato un soggetto diverso dalla Aled (locatore), come di fatti è accaduto (la Palazzo Fdm), il Comune avrebbe dovuto comunque rapportarsi con un altro proprietario di cui non conosceva la situazione patrimoniale e le intenzioni riguardanti l’acquisto!!

(N.d.r inoltre, un palazzo già affittato con conduttore il Comune poteva essere un ottimo acquisto per chiunque!!).

Del resto che interesse poteva avere la Aled che deteneva il bene in leasing (ne era in possesso ma non era proprietaria) ad inserire una clausola di prelazione con queste caratteristiche considerando che in questa vicenda è colei che da in affitto al conduttore Comune il palazzo in questione?

Vi è un altro aspetto che lascia perplessi ed è il fatto che l’amministrazione sapeva a seguito di una nota pervenutagli il 23.10.2008 che la Palazzo Fdm vantava dei diritti sull’immobile, come risulta dalla delibera n°462, in cui si legge :“…. la società è titolare dei diritti relativi all’immobile in oggetto”, pertanto correva l’obbligo di verificare il titolo di proprietà vantato dalla Palazzo Fdm.
La Aled infatti era unicamente l’utilizzatrice e solo se fosse divenuta proprietaria avrebbe potuto affittare al Comune l’immobile, a conferma di ciò la stipula del contratto fra il Comune e la Aled che reca la data del 30.12.2008. Il riscatto dell’immobile però viene eseguito in data 6.3.2009 e viene esercitato dalla Palazzo Fdm e non dalla Aled con data posteriore alla firma del contratto di locazione

Perciò, visto che non è l’utilizzatrice (Aled) a riscattare, senza ipotizzare che la Palazzo Fdm abbia detto il falso, è del tutto logico che una dichiarazione di aver titolo a locare fosse suffragata da una scrittura privata (quindi esiste un preliminare fra la Aled e la Palazzo Fdm che impegnava quest’ultima ad acquistare il palazzo).

Con il quale l’avente titolo sul bene (Aled) s’impegnava a cedere il bene in oggetto alla Palazzo Fdm.

Quindi, la Palazzo con la nota del 23.10.2008 dichiarava di essere titolare di diritti relativi all’immobile segnalando all’amministrazione che era entrata nell’operazione per l’acquisto dell’immobile ex Enel e lo faceva presente a quest’ultima.

L’amministrazione sapeva che la Palazzo Fdm era interessata all’acquisto almeno a partire dal 23.10.2008, in tempo per subentrare come proprietaria dell’immobile prima della scadenza della sospensione del diritto di prelazione (il 1 aprile 2009 che avrebbe permesso al Comune di acquistare).

E’ sufficiente quanto sopra esposto per capire che i tre interlocutori sapevano l’uno dell’altro senza bisogno di cercare ulteriori elementi di prova, per un comico scherzo del destino, in Via Nassa n°7 a Lugano, Svizzera, dove la Elefteria (società anonima) proprietaria al 45% dell’operazione ha la sua sede legale, per capire com’è andata questa vicenda basta quindi leggere (bene) gli atti citati in questo articolo e la questione risulterà più chiara.

In conclusione, non ho dubbi sulla buona fede dell'Assessore alle Finanze, ma la lettura dei suddetti documenti suggerirebbe ai 200, con lo scrivente 201, di fare argine alle polemiche in modo che esca illeso da questa “intricata” vicenda.


Aprile 2009
Francesco Sinatti