martedì 11 luglio 2023

“LOTTA ALLA MAFIA”: il paradosso di un paese ridicolo

Quando si parla di “lotta alla mafia” bisognerebbe aver chiaro di cosa si parla, come tutto ciò che ha a che fare con il crimine organizzato, la mafia, dovrebbe essere misurata con gli strumenti dell’economia e della finanza, più che con gli omicidi e il controllo del territorio.


La mafia cambia pelle molto rapidamente, si adatta mutando le strategie, in funzione degli affari e delle loro dimensioni, “l’affresco d’antan” che nella memoria del paese è rappresentato, da almeno 50 anni, d’atmosfere fatte di “penombre”, voci arrochite dal fumo dei Panama, capelli imbrillantinati e capelli Borsalino, oltre al plumbeo scintillare di revolver che appaiono e scompaiono sotto i soprabiti; oggi, ha lasciato spazio ad altro!


Piuttosto, ad uffici e sale dove sugli schermi dei pc oscillano i borsini della finanza, oltre ad una gestione manageriale del denaro fatta cond intermediari di altissimo livello, “ …questi patrimoni non sono più fatti d’immobili, ristoranti, bar o supermercati…hanno invece la forma di aziende, catene commerciali, quote societarie, fondi finanziari che puntano sulle assicurazioni e sull’ energia. Investimenti complessi che non possono più essere gestiti dai boss vecchia maniera…ma da professionisti abili e insospettabili” (la Repubblica G. Foschini, “il capitale delle Mafie”


Dal momento in cui i gruppi criminali mafiosi più celebri del mondo sono autoctoni, sono anche leader dei proventi delle attività illecite (sul territorio nazionale e non solo) che frutta e “fattura” miliardi di euro che, necessariamente, devono essere riciclati nell’economia legale, sottraendo di fatto a quest’ultima, cioè al P.I.L. nazionale, e “trasferendo” all’economia al “nero” e non tassata del “sistema Mafia spa & finanza”, moltiplicando in questo modo i danni ai contribuenti e alle casse dello Stato.


Un processo messo in atto da poco dopo gli anni 70, voilà! Si è letteralmente mangiato il paese a pezzi, superfluo domandarsi perché cresciamo meno di altri paesi europei, superfluo domandarsi perché abbiamo il terzo debito pubblico al mondo, superfluo domandarsi come trovare un “governo” del paese che non sia colluso con il “sistema Mafia spa & finanza”, che da 50 anni detta le regole al paese.


INU -TI -LE! 

Come del resto un “antimafia” che non si dota di un “intelligence economica e finanziaria” e di un sistema d’informazione, scevro di condizionamenti dall’editoria alla tv controllate dalle solite “famiglie”, ma che si basi su dati reali e misurabili! “… I dati sono importantissimi spiega a Repubblica.it il generale della g.d.f.  Giorgio Toschi. Nel 2018 sono state concluse 1.617 investigazioni patrimoniali, nei confronti di quasi 11.000 soggetti. Oltre a proporre sequestri per 4,8 mld di euro abbiamo applicato misure per 2 miliardi e confische per 781 milioni. ( la Repubblica, G.Foschini “il capitale delle Mafie”)


Una goccia, nel mare magno dell’illegalità re - investita (in gran parte) in quelle regioni nord Italia, credute immuni dalla presenza delle mafie.


In conclusione il “bel paese” si è trasformato in cinquant’anni nella più efficiente “narcocrazia”, oltre che base dei “cervelli mafiosi” proprio al centro dell’Europa, che nel silenzio più “assordante” si stanno “mangiando” il paese ..o se lo sono 

già “mangiato”?