CERMEC: SPRECHI ORGANIZZATI

CERMEC, ASMIU, ERRE – ERRE, qual’è il “trait d’union” che lega queste aziende con un filo rosso come il colore dei loro bilanci? Trattasi di “aziende pubbliche” gestite da comuni (e provincia) con soldi dei cittadini e, quindi, se i “bilanci sono in rosso” a ripianare i debiti sono chiamati i cittadini con l’aumento dei tributi e con la sottoscrizione di mutui milionari da parte delle amministrazioni.

Con quanto ci costa il servizio di conferimento, smaltimento, raccolta e spazzamento, dovremmo avere una città “pulitissima”, un gioiello, invece, nonostante gli ormai prossimi aumenti iperbolici della TARSU (solo al conferimento della tonnellata l’aumento è del 28%, vedremo sui bollettini), il servizio resta scadente, la percentuale della differenziata irrisoria, rispetto agli obiettivi comunitari, e anche quest’anno pagheremo l’ecotassa (penale) per non aver raggiunto la percentuale di differenziata assegnata dall’Europa.

Se il servizio è pessimo, le aziende prossime al fallimento, dove finiscono tutti i soldi che i cittadini pagano per lo smaltimento dei rifiuti? Se il ciclo dello smaltimento dei rifiuti non si chiude con deficit accettabili, (non con pareggi), perché l’amministrazione vuole salvare il CERMEC con il “concordato”, nonostante, abbia collezionato 21ml€ di debiti e 7ml€ di falsa fatturazione negli ultimi 10 anni?

CERMEC non ha abbastanza materiale da smaltire per raggiungere il pareggio di bilancio (110.000 ton limite minimo), ma puntualmente, negli anni, gli vengono affiancate aziende che sottraggono tonnellate al suo conferimento, come: ASMIU che persegue una strategia opposta DIFFERENZIANDO e conferendo (in parte) al CERMEC, ERRE – ERRE, che avrebbe dovuto fare “bricchettaggio” con macchinari (da 20 ml/€ pagati con fondi comunitari) mai entrati in funzione, ma “misteriosamente incendiati” subito dopo l’assegnazione in asta fallimentare. Ultima trovata, la centrale a Biomasse, che sottrarrebbe ulteriore materiale al CERMEC.

Come la “tela di Penelope”, di giorno si tesse e di notte si “sfa”, così funziona lo smaltimento dei rifiuti a Massa, da una parte, si ripianano i debiti e, dall’altra, si continua a sprecare risorse, al punto da far pensare ad una vera e propria “strategia dello spreco organizzato”, i correttivi da apportare sono evidenti, ma nessuno provvede a sistemare le tessere del mosaico, anzi, si è realizzato un “concordato surreale” con una partita di giro di 20 ml/€ (in cinque anni) da suddividersi fra i comuni di Massa e Carrara per salvare CERMEC.

"Dulcis in fundo", il 18 maggio 2011, assistiamo al misterioso passaggio di mano, da DELCA a CERMEC, della “controllata” ERRE ERRE, ovviamente, poco prima di procedere al concordato, pertanto, il passaggio non può che destare sospetti, illazioni e allungare ulteriori ombre sui motivi che hanno spinto ad un cambio in "corsa". Dunque, cosa nasconde “la scatola cinese ERRE - ERRE" ?

Prendere denaro con i tributi e socializzare le perdite delle municipalizzate è il “metodo” con cui spariscono milioni/€ per un SERVIZIO INEFFICIENTE, ANTIECONOMICO, che funge da “schermo” per mascherare l’emorragia di denaro pubblico che ogni hanno “bruciamo” nel CERMEC!! Chi ci guadagna? Ci guadagna l’amministrazione che, con CERMEC fallito, avrebbe rischiato di “saltare” insieme al sindaco Pucci, ci guadagnano, sicuramente, i consulenti designati G. Andreani e S. Menchini che hanno ricevuto l’incarico in proporzione al valore del “surreale concordato”, 1,2 ml/€; non giova ad ASMIU che ridimensiona i suoi crediti verso CERMEC dell’80% non rientrando fra i “creditori strategici” inseriti nella lista allegata al concordato di cui, a oggi, non si conoscono soggetti, nomi e ragione sociale, non giova ai cittadini che dovranno sobbarcarsi i debiti e il salvataggio delle aziende.

Dal 30 di novembre 2011 i comuni toscani delle provincie Pisa, Lucca, Livorno e Massa,dovranno adeguarsi alla legge attribuendo al nuovo gestore di area vasta, anche detto ATO, i servizi che precedentemente svolgevamo con le municipalizzate CERMEC e ASMIU, tuttavia, su 111 comuni, solo 88 hanno formalizzato questo passaggio, vedremo che cosa farà l’amministrazione massese in proposito, visto che, Carrara, è stata “costretta” a deliberare l’entrata di AMIA nella new co. pubblico privata proprio quel giorno. La legge parla chiaro prevedendo un bando di gara europeo per selezionare il privato che dovrà rilevare il 40% delle azione dell’ATO e per chi non aderisce è previsto il Commissario Prefettizio.

Chissà come i nostri “baldi” amministratori risolveranno questa “bega” dovendo far digerire ad un socio privato le “mirabolanti acrobazie” di bilancio che hanno fatto in questi ultimi 10 anni? Siccome il diavolo si nasconde nei dettagli, riusciranno anche questa volta a trovare “il diavolo” che metta il coperchio a questa pentola piena di “spazzatura”? Oppure il carosello del “caro rifiuti” è appena cominciato considerando che conferiremo, ad enti già soppressi dal precedente governo i servizi di spazzamento, raccolta e smaltimento? Lo sapremo a Marzo 2012, ma è chiaro che CERMEC non può rimanere fuori dal "conferimento", per la vicenda legata al concordato, restando a carico dei cittadini per i 2 ml €/anno fuori dall’ ATO, oltre a TARSU e debiti vari, ma è certo che nemmeno i vertici della new.co. accetteranno i debiti prodotti in gestioni ad alto tasso d'illegalità.

Ma la partita è tutta da giocare perché nessuno sa, esattamente, che cosa significhi conferire le municipalizzate dei rifiuti ad enti appena soppressi, dunque, tutte le “interpretazioni” sono previste comprese le peggiori: aumento dei costi e caos nei servizi di smaltimento, spazzamento e riciclaggio. Siamo sempre li, il problema è nel “manico”!!



 
Francesco Sinatti