Cioè a dire,
se la Brexit non trovasse un "soft landing" che tenga l'Inghilterra,
se non integrata, legata commercialmente alla comunità europea, ed alle
elezioni prossime venture per il parlamento europeo prevalessero - come sembra
- i c.d. "Sovranisti e populisti"?
Lo "spread"
Bund - Btp sembra dirci che anche l'Italia (che ha già un "alchemico"
governo "sovranista e populista") farà parte di questo
pericolosissimo giro di valzer sull'orlo della speculazione finanziaria dei
mercati internazionali, dandoci in tempo reale, un segnale dell'eventuale
divaricazione fra alcuni dei piú importanti 27 paesi che compongono l'Unione
comunitaria.
Le politiche
delle banche centrali (di almeno due) dei quattro paesi del patto di Visegrad
(UNGHERIA & POLONIA) sembrano già darci un orientamento su quanto è alta "la
febbre" all'interno dell'Unione.
l'Italia e i
Quattro di Visegrad potrebbero essere spinti, dallo sconsiderato "tiro
alla fune" delle istituzioni comunitarie sulle politiche di austerity e di
bilancio, nell'orbita russa, proprio per l'incapacità delle istituzioni
comunitarie di mantenere l'unità economico e sociale dell'area.
Okkio! A
questo tornante della Storia il rischio è quello di trovarsi un "EUROPA"
divisa, con diversi paesi "satellite" sotto l'influenza di una
potenza "regionale", la RUSSIA, rovesciando il paradigma dell' "OPERAZIONE
BARBAROSSA" e dell'ambizione Napoleonica post Austerliz.
Questi
segnali sembrano trovare piú di un fondamento in alcune scelte delle banche
centrali di Ungheria e Polonia:
"...l’Ungheria,
nella prima metà di ottobre ha addirittura decuplicato le riserve aurifere. A
rivelare gli acquisti è stata la banca centrale magiara, che ora possiede 31,5
tonnellate di metallo, contro le 3,1 tonnellate che aveva a fine
settembre.
L’oro – che
le autorità monetarie hanno specificato essere «in forma fisica» e custodito in
patria – ha un valore di circa 1,24 miliardi di dollari e la stessa Magyar
Nemzeti Bank (Mnb) afferma che a questo punto rappresenta il 4,4% del totale
delle riserve del Paese. In assoluto il metallo custodito dall’Ungheria non è
moltissimo...a stupire è piuttosto la rapidità con cui Budapest ha moltiplicato
le riserve aurifere, che ha lasciato perplessi alcuni analisti.
... Il
governatore della Mnb, Gyorgy Matolcsy, ha dichiarato che si è trattato di una
decisione «di importanza strategica» sotto il profilo economico e nazionale e
ha fatto un vago riferimento all’esigenza di aumentare la «sicurezza» delle
riserve.
...Parco di
dettagli tecnici, Matolcsy non ha risparmiato la retorica, ricordando la storia
dell’Ungheria – che nel Medio Evo era nota per le sue miniere d’oro – e
rievocando la vicenda di uno dei treni d’oro dei nazisti, intercettato in
Austria dalle forze americane nel 1946.....
La scelta
dell’Ungheria in fin dei conti sembra avere soprattutto un contenuto politico,
probabilmente orientato a rafforzare il consenso dell’opinione pubblica
interna, dopo le reprimende della Ue.
.... Nel
2018 gli acquisti di oro del cosiddetto settore ufficiale sono «di gran lunga
ai massimi da sei anni», hanno fatto notare gli analisti di Macquarie, stimando
che ammontassero a 264 tonnellate a fine settembre.
Sempre
nell’Europa orientale, anche la Polonia – un altro Paese membro della Ue ma non
dell’Eurozona – si sta muovendo nella stessa direzione dell’Ungheria. Varsavia,
che fino a quest’estate non aveva toccato le riserve dal 1998, ha comprato
altre 4,4 tonnellate di oro a settembre, in aggiunta alle 9 già comprate tra
luglio e agosto. Gli ultimi acquisti, segnalato dal Fondo monetario
internazionale (Fmi), portano le riserve polacche a 117 tonnellate, un record
da almeno 35 anni".
(Fonte Sole
24 ore, 18 ottobre 2018, Sissi Bellomo)
Queste
improvvise e repentine mosse delle banche centrali di Ungheria e Polonia
sebrano segnalare non solo l'incertezza che si respira sui mercati
internazionali ed europei.
"...Ma
cosa rende l'oro fisico cosi speciale? Abbiamo pensato di chiederlo alle dirette
interessate, ponendogli la seguente domanda: poichè numerose banche centrali
attorno al mondo detengono riserve auree...
Cosa puó
spingere una banca Centrale a detenere questo asset in così grandi quantità?
Ecco, in
sintesi, cosa ci hanno risposto. A dirla tutta, le ragioni sono tante…
Le ragioni
del perché le banche centrali detengono oro in grandi quantità sono molteplici.
Ricorrendo
alle esatte parole utilizzate dai loro uffici stampa, ecco le definizioni più
gettonate per il metallo giallo conservato nei loro caveaux e del perché lì vi
si trovi:
- un’assicurazione in caso di crisi
- un piano B
contro eventi imprevedibili,
- una forma
di assicurazione
- un porto
sicuro
o, come
preferisce descriverlo la Banca d’Inghilterra, è un “war chest” [forziere per
munizioni] o, in gergo civile, una risorsa perfetta in caso di emergenza.
Molte di
loro, inoltre, hanno menzionato la facilità di liquidazione dell’oro e la
possibilità di poterlo vendere con facilità anche a soggetti stranieri in caso
si voglia ottenere valuta estera per gestire improvvise crisi di liquidità o
svalutazioni o, più raramente, l’andamento del cambio della valuta nazionale
sul FOREX.
Sottolineato
più volte, è stato il ruolo dell’oro come scudo contro l’inflazione il che
spiega perché le banche centrali vedano al prezzo del metallo nobile quale
termometro dell’inflazione corrente e barometro di quella futura.
Molti
istituti hanno anche precisato che l’oro fisico, per via di alcuni suoi tratti
unici quali: l’essere scarsamente disponibile in natura ed il dover essere
estratto attraverso processi di lavoro intensivi, è privo di rischio di
controparte e poiché non viene emesso a piacere da alcun governo, non porta con
sé il rischio di insolvenza dell’emittente [cosa che invece assilla tutti gli
strumenti cartacei negoziabili sui mercati finanziari ndr].
Tra le
potenzialità dell’oro fisico, alcune hanno anche enumerato, seppure a mezza
bocca, il fatto che si possa trarre profitto dal suo affitto attraverso
prestiti o gold swaps.
Curiosamente,
nonostante sia una pratica molto diffusa nel settore bancario, in poche hanno
confessato di praticare direttamente il prestito aureo: un’altra prova
dell’assoluta segretezza che circonda i rapporti ufficiali sullo scambio e
prestito di metallo giallo tra istituti bancari, un mercato che vede i suoi
cardini principalmente nelle roccaforti di Londra, Parigi e Berna.
Infine, sono
stati citati anche i benefici della diversificazione attraverso l’acquisto di
oro: il suo prezzo, infatti, non sembra rispondere alle notizie finanziarie
tanto quanto ci hanno abituato altri asset quali obbligazioni, azioni o
derivati, ed in più non è correlato al prezzo di nessun altro asset
collaterale. Ciò rende indubbiamente l’oro un fattore di stabilità all’interno
di un portafoglio investimenti.
Il supporto
mostrato dalle banche centrali di mezzo mondo a favore dell’oro fisico quale
scudo contro l’inflazione, elemento profittevole e diversificante, soluzione
salvagente nei momenti di difficoltà, rende il 2018 l’anno in cui si sta
registrando l’entusiasmo più forte degli ultimi 10 anni nei confronti del
metallo giallo" (23 marzo 2018, fonte: Staff DeshGold).
Quali sono i
"veri" motivi che hanno indotto le banche centrali di Ungheria e
Polonia ad aumentare cosi rapidamente le loro riserve d'oro fisico?
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