domenica 4 settembre 2011

CERMEC: un concordato “impossibile”

L’incalcolabile debito della ASL, l’orrenda vicenda del cimitero di Mirteto, e l’attualissimo scandalo del concordato “impossibile” del CERMEC, compresa la falsa fatturazione e l’incendio della ERRE ERRE, rappresentano un evidente “paradosso” che conferma che, a Massa, non ci sono “responsabilità”, per quanto gravi, che possano travolgere i vertici di queste aziende, l’amministrazione locale e coinvolgere la regione toscana.

Siamo nel “Far West” decide lo sceriffo di turno chi “mettere dentro”, a Massa, dopo mesi, anni, scandali sui giornali, denuncie alla Procura e carte bollate, non ci sono rei confessi e non sono stati pizzicati i responsabili di queste vicende, quindi nessuno risponde di tasca propria e con la propria fedina penale.

Eppure sappiamo chi, avrebbe dovuto vigilare e, colpevolmente, non lo ha fatto, sappiamo benissimo che se vi fosse stato un governo centrale di “sinistra” e un amministrazione locale di “destra” (cosa ardita da pensare anche dopo le scempiaggini di questa amministrazione) avremmo avuto indagini a tappeto e ispettori ministeriali, un giorno si, e l’altro anche, a rovesciare come un “calzino” l’operato degli amministratori locali esponendoli al “pubblico ludibrio” sulla stampa.

Invece? Invece, un silenzio “assordante” regna sulle inconfessabili responsabilità che vedono la nostra città in “pole position” nelle classifiche dell’illegalità strisciante e del degrado civile e sociale, un silenzio che la città, da anni, paga con il rincaro delle tasse locali senza che “servizi”, degni di questo nome, vengano erogati in cambio e, senza, che nessuna forza “Politica” si faccia paladina e difenda il cittadino.

Siamo in mano ai tecnocrati di turno che nel caso del CERMEC vogliano avallare l’ipotesi di un concordato “impossibile” per legge e che contravviene al dettato del codice civile (e a diverse sentenze di tribunali nazionali) per evitare al governo della città di rispondere del fallimento tecnico del CERMEC che ha, come sola via d’uscita, l’indicazione di un curatore fallimentare che scelga “un altro soggetto” in grado di garantire i creditori per mantenere la continuità nell’esercizio d’impresa con il proprio capitale sociale.

Il CERMEC, non solo non vanta più un capitale sociale, ma è l’artefice di un buco di bilancio di oltre 20 milioni di euro nella propria gestione che non lo rendono più credibile nella gestione del ciclo dei rifiuti, pertanto, al di là di ciò che possano dire “consulenze” milionarie (1.2 ml/€), per sostenere la continuità del ciclo aziendale, il CERMEC E’ TECNICAMENTE FALLITO! NON CI SONO RISORSE PER POTER PAGARE I CREDITORI! Poi si possono fare tutte “le acrobazie” del caso per un salvataggio che sarà solo temporaneo e permetterà ai responsabili politici di turno di farla ancora “franca”, nonostante l’evidenza!







Francesco Sinatti






























































































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