venerdì 8 luglio 2011

“Il delegato dimezzato”

“Gesù non è morto dal sonno!” Per questo motivo ci domandiamo perché il delegato allo Sport F. Vullo continui a lamentarsi dello scarso peso che hanno le sue scelte nell’indirizzo politico amministrativo dello sport cittadino. Perché, il pluridecorato campione di palla a volo, ha accettato questa “delega”? Poteva non sapere che una “delega” non ha gli stessi poteri di un assessorato?

Anche se fosse, dovrebbe comunque prendersela solo con se stesso per non essersi accertato, prima, di quali erano i suoi effettivi poteri; tuttavia, non ci sfugge, che assumere un incarico da assessore comporta una serie di limitazioni, e/o ridimensionamenti, delle retribuzioni che vengono percepite per altri incarichi professionali che, invece, la "delega" garantisce a pieno.

Inutile polemizzare, con il presidente della Massese calcio, il ruolo del delegato o dell’assessore deve essere istituzionale e, quindi, favorire il dialogo con tutti i soggetti che fanno parte del movimento sportivo locale, a maggior ragione con la Massese calcio che, per ovvi motivi, rappresenta l’espressione tradizionalmente più rappresentativa dello sport cittadino. Il presidente Turba, chiamato in causa, apre scenari non commendevoli sulla situazione dello stadio e sulle responsabilità della politica. Chi doveva farsene carico?

A tre anni di distanza dall’insediamento come “delegato” queste polemiche sono strumentali ed un consiglio, a F. Vullo, lo avevamo già dato suggerendogli di dare “salutari” dimissioni mettendo in evidenza quali erano i motivi che gli impedivano di fare il suo lavoro al meglio.

Le dimissioni non ci sono state, i problemi restano e le polemiche anche, insieme al delegato, che permane nel suo incarico al di là del danno alla sua “immagine e ai suoi innegabili meriti sportivi”, un glorioso passato sportivo non garantisce una carriera politica da “nazionale, tout cour”, se ne faccia una ragione e, soprattutto, dia un segno delle proprie capacità prima di “nascondersi” dietro polemiche che non gli rendono merito.




Popolo Azzurro
Francesco Sinatti






Il delegato senza nome


L’assessorato allo sport di Massa non ha mai brillato per concretezza, ma da quando è diventato delega, cioè un incarico d’indirizzo senza veri e propri poteri decisionali, si stenta a valutarne l’operato.

Una serie d’ipotesi si sono inseguite dal maggio del 2008 a oggi: dapprima la cittadella dello sport, poi un palazzetto ad assetto variabile da realizzare con un project finacing di privati ed una ridda d’illazioni, annunci che hanno illuso (per poco) chi lo sport lo pratica davvero.

Alla fine il delegato Vullo, prestigioso passato sportivo alle spalle, si è trovato di fronte ad un muro impenetrabile, non di mani alzate sopra la rete, ma di silenzi e mancate risposte, chissà se aveva messo in conto che l’azione politica spesso si consuma in logoranti battaglie di posizione più che in rapidi schemi da attuare sul parquet di un palazzetto dello sport? Parrebbe di no.

Il suo potere in merito alla realizzazione di queste opere è solo di stimolo e di proposta, ci fa sapere in una replica “piccata” su di un quotidiano, sottolineando che non ha diritto di voto in giunta e che lavorare in questo modo non è facile.Tutto vero!

Ma resta il fatto che si è assunto la responsabilità della delega, tra l’altro una delega costosa 36.000 euro l’anno, poteva chiedere di essere insediato come assessore (se voleva più poteri) spettava comunque a lui chiedere maggiore autonomie e garanzie al sindaco.

Se, a oggi, il delegato Vullo ritiene di non essere in grado di portare avanti i suoi intendimenti può sempre rassegnare le dimissioni dando una salutare scossa all’amministrazione ed un forte segnale al movimento sportivo: “Ce l’ho messa tutta ma m’impediscono di lavorare”, ne guadagnerebbe la sua credibilità e la sua immagine!

Intanto gli atleti vagano da una struttura all’altra, il palazzetto è fatiscente e lo stadio è ai limiti dell’agibilità, niente di nuovo sotto il cielo dello sport a Massa.



Novembre 2009

Francesco Sinatti

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