domenica 24 luglio 2011

“Quel pasticciaccio brutto di palazzo Enel”

L’articolo pubblicato sul numero 0° del Vostro mensile (Time Out) titola: “Palazzo Enel nessuno ne parla più?”, indiscutibilmente la questione è passata in secondo piano, in questi mesi si è parlato d’altro, anche se sulla vicenda del “chiacchierato” trasloco dell’amministrazione, da palazzo Brancadoro alla sede di Via Cavour, non si è fatto assolutamente chiarezza.

L’anonimo estensore dell’articolo attribuisce responsabilità ai cittadini massesi che non possono essere loro addebitate, i cittadini devono essere criticati per altri atteggiamenti, ma non certo per l’incapacità di vigilare su vicende cosi “sofisticate” e tecniche da rendere difficile il compito di commentarle e denunciarle anche agli addetti ai lavori.

L’assessore di riferimento è stato sostenuto prevalentemente dal suo seguito elettorale, pertanto, sono da rispedire al mittente le critiche di subalternità che devono essere ascritte ai soggetti che in un sistema democratico dovrebbero, per consuetudine, vigilare su vicende di questo genere ed eventualmente denunciarle.

Pertanto, quale oscuro motivo ha impedito ai consiglieri d’opposizione, in sede istituzionale, di fare maggiore chiarezza sulla vicenda con interpellanze ed ordini del giorno e per quale motivo gli organi d’informazione hanno a malapena commentato la questione “palazzo Enel” a tempo debito? Non è dato sapere.

Certo è, che troppe vicende in questa città vengono “schermate” con il sistema delle fiduciarie anonime che, anche se formalmente legali, allungano ombre di sospetto ovunque questa formula venga utilizzata dopo “il pasticciaccio brutto” di Massa Servizi e del socio Ariete.

Ovviamente, questi atteggiamenti lasciano spazio a illazioni, secondi fini che si rinvengono ormai in troppe occasioni, compresa quella di Via Nassa, n° 17, a Lugano, dove ha sede la società (Elefteria) che detiene il 45% della proprietà del palazzo Enel, è certo un bizzarro gioco del destino a situarla proprio in quella Via, ma “le nasse” in questa città sono ormai numerose e sono sempre piazzate dietro operazioni ad alto valore aggiunto.

A chi, dunque, la responsabilità di aver dimenticato la vicenda del “palazzo Enel”?



Dicembre 2010
Francesco Sinatti

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