mercoledì 16 febbraio 2011

Il porto della “discordia”

La vicenda “porto” è al centro del dibattito politico di Massa e Carrara e lo sarà, per i prossimi anni, come tema portante della prossima campagna elettorale per le amministrative; determinanti saranno le scelte che verranno fatte per lo sviluppo del territorio che, mai come in questo momento, avrebbe bisogno di nuove prospettive.

La questione inerisce interessi di tale portata, locale e nazionale, da rendere di difficile soluzione tutte le spinose problematiche che ne conseguono; aspetti che sono stati peraltro evidenziati nella vivace polemica interna al PdL, dove tutti, o quasi, in questi giorni, hanno detto la loro senza far emergere precise valutazioni sull’insediamento del porto turistico e il mantenimento di quello commerciale, con tutti i limiti che ciò comporta.

La forte diminuzione del tonnellaggio, una logistica penalizzata dalla mancanza di un interporto e dall’intermodalità a ridosso dello scalo, il ridimensionamento della metalmeccanica navale e la presenza del vicino porto di Spezia, hanno già decretato il declino della destinazione commerciale e produttiva del porto, così come concepito.

Pertanto, s’impone una precisa riflessione sul “tipo di segmento” che s’intende intercettare con l’ampliamento o la convivenza fra porto turistico e porto commerciale, al fine di evitare di creare un modello “ibrido” che non riesca a sviluppare né turismo, né commercio marittimo.

Niente di più facile in un contesto dove gli “interessi” più svariati convivono con un “fragile” quadro politico amministrativo che potrebbe far prevalere la logica d’insediamenti speculativi e a forte impatto ambientale.

La logica suggerirebbe di evitare di dare ospitalità a mega yacht, a barche a vela, insieme a mercantili e cantieristica navale, perché ciò non garantirebbe una destinazione d’uso del porto calata su di un modello commerciale credibile.

Chi pensa di vedere mega yacht con “facoltosi magnati” alla fonda insieme a mercantili che caricano container e barche a vela sportive, commette un’ errore di “prospettiva” per lo sviluppo del territorio, se intendiamo attrarre nuovo turismo, investimenti e nuove attività ricettive dovremmo “sacrificare” Port Authority e il segmento mercantile a favore di quello diportistico (o viceversa).



Dipartimento Politico "Popolo Azzurro" Carrara

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