Molto pragmaticamente “se la Montagna non va da Maometto, Maometto va
alla montagna”, dopo i “quattro ceffoni” rifilati da Grillo al potenziale
candidato alla presidenza del Consiglio, incaricato di sondare le forze politiche
disposte a garantire numeri certi ad un governo che dovrebbe nascere nella
settimana di “passione”, l’idea, non di “larghe”, ma “strettissime intese” comincia
a farsi luce nelle menti di PD.
Del resto l’urlo di
disperazione del presidente di Confindustria Squinzi arriva come il fischio
dell’arbitro a decretare l’ultimo tempo supplementare prima dei rigori, “non c’è più tempo sta finendo l’ossigeno….fate
un governo stabile!”
I marò sono stati rispediti
in India, il settennato del presidente Napolitano è al termine e solo un
sussulto di responsabilità & coraggio può permetterci di “aggirare” il nodo
gordiano di una maggioranza che, fino a ieri sera, non dava cenni di se.
Poi sottotraccia si fa largo
un ipotesi, una sigla sconosciuta: GAL, (grandi autonomie e libertà) appena
costituita, e formata da 10 senatori fuoriusciti da PdL (7), Lega (2) grande Sud (1) che dovrebbero fare da “pontieri”
fra PD e PdL, permettendo al tentativo del centro sinistra di avere anche una
maggioranza al Camera alta con 159 senatori (158 è il minimo). Riusciranno questi
senatori a far partire un governo o dovremmo tornare al voto “ob torto collo” ?!
Buon senso consiglierebbe tutto
men che nuove elezioni (non decreterebbero assetti diversi da quelli attuali), ma
all’italica perversione non c’è limite, dunque potremmo assistere, anche, ad un
ulteriore passaggio elettorale prima di consegnare il paese all’incertezza e all’ingovernabilità
di un “pasticciaccio brutto all’italiana”.
Popolo azzurro
Francesco Sinatti
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