sabato 3 dicembre 2011

Al di là di amministrazioni "assistenzialiste" alla ricerca di sviluppo e programmazione

Il comprensorio Apuano ha storicamente basato il proprio sviluppo economico su tre assi portanti rappresentati dal lapideo, il turismo di massa e l’insediamento di industrie primarie legate ad un polo chimico metalmeccanico secondo il modello democristiano anni 60.

Questo modello, diffuso in parecchie zone del nostro paese, non ha più garantito un serio sviluppo alla zona sin dalla fine degli anni 70, già in questo periodo si sarebbe dovuto ripensare un modello di sviluppo alternativo per la riconversione industriale e la programmazione economica.

Ma la scarsa capacità “prospettica” e gli sterili giochi di potere della politica locale hanno lentamente “bloccato” il sistema, sempre più votandolo ad un terziario mancante di un primario produttivo degno di questo nome, fino al completo spappolamento del tessuto economico e produttivo mal governandone l’attuale “vuoto” produttivo.

Pertanto, è decisivo per la sorte economica della zona Apuana, ma anche del paese, procedere ad una rapida riconversione dei “distretti” (come quello lapideo, turistico industriale) che ormai non garantiscono più lo sviluppo.

A questo proposito, è necessario un salto di qualità anche nella formulazione del nuovo modello di programmazione economica industriale scegliendo una formula che garantisca sinergie fra i settori, compatibilità ambientale, innovazione tecnologica e soprattutto la produzione di ENERGIA con metodi e fonti RINNOVABILI.

Questo rappresenta il futuro locale, nazionale e del pianeta, di fatto solo con un forte tessuto industriale e di ricerca incernierato su di un POLO produttivo che insedi un mix di energie rinnovabili possiamo immaginare di riconvertire (rapidamente dopo 30 anni) la zona industriale Apuana, compatibilmente con lo sviluppo di un terziario basato sul turismo non più familiare e stagionale, ma imprenditoriale e DESTAGIONALIZATO, in modo da sfruttarne i benefici effetti economici durante tutto l’arco dell’anno.

Di conseguenza di primaria importanza diventano la logistica e la ricettività turistica della zona per poter favorire al massimo il raggiungimento della zona e soprattutto la permanenza in loco attraverso una programmazione di eventi culturali,di formazione, svago, cura (le terme) etc. etc. che favoriscano lo spostamento di ampi segmenti turisti intercettando flussi nuovi e parte di quelli che virano in altri comprensori.

In seguito si dovranno far convergere su strutture già esistenti la formazione e la ricerca e sviluppo (BIC e gli incubatori) in modo da creare un forte collegamento fra le risorse umane (quindi la conoscenza) e la capacità di generare R & S collegando questo polo locale con la più vicina PISA e i suoi famosi dipartimenti, compreso il CNR, per diventare con il tempo il modello economico per la nazione e un distretto di punta per la ricerca e la creazione di ENERGIE RINNOVABILI integrando nell’area vasta almeno 4 province: La Spezia, Parma, Pisa e Lucca (fino ad arrivare a Roma passando da Firenze!!!!).


Francesco Sinatti
10 febbraio 2007













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