martedì 9 agosto 2011

Le provincie al capolinea

I “mercati” finanziari dettano legge, la crisi della politica internazionale e la reazione “terrificante” delle borse ci riportano, con un pugno in faccia, alla realtà, non abbiamo “tagliato”, dove dovevamo “tagliare“! Adesso, la medicina sarà più amara e si taglierà senza pietà, proprio, dove “la politica” non avrebbe voluto.



Le Province: “la resa dei conti”

Falso allarme o prova generale per la chiusura delle province sotto i 220 mila abitanti? Fra queste rientra anche la provincia di Massa e Carrara che non si capisce bene a quale entità di zona vasta verrebbe aggregata.

Sappiamo per certo, però, che, per adesso, l’annunciata chiusura delle 10 province da parte del governo è stata un “bluff”; un “bluff” da consumati giocatori di poker o per tradizionale “superficialità” italiana? Non è chiaro. Certo è che il “test”, se di “test” si è trattato, ha spiazzato gli ambienti politici nazionali e locali delle province interessate.

Nonostante la notizia sia stata smentita quasi subito, abbiamo fatto in tempo a vedere l’alzata di scudi della “casta massese” che ha gridato allo scandalo e l’effetto spiazzamento, creato dalla notizia, ci ha chiarito quali sono gli argomenti che stanno “a cuore” ai nostri senatori e deputati a Roma

Di “pancia”, solo per questo motivo, sarei favorevole alla chiusura di questi enti intermedi, ma anche razionalmente la cosa mi convince, al punto, che le province devono diventare enti di secondo grado e ripartire le proprie competenze fra gli enti locali e regionali: solo di personale politico si risparmierebbero 105 ml €, senza considerare l’indotto di personale “non politico” riattribuendo le competenze a comuni e regioni.

Lo scampato “pericolo” sarà solo temporaneo per la provincia di Massa e Carrara che, merita a mio avviso, di essere considerata di serie “B”, se del caso, solo per il fatto di aver rappresentato, da sempre, la maglia nera delle amministrazioni toscane (ben distanziata dalle altre città), quindi altroché annessione al comune di Massa, della Versilia, che certo non si farebbe governare dalla nostra amministrazione per evidenti motivi ! Che si vedono.

La situazione internazionale e le aspettative dell’Europa nei confronti del nostro paese dipendono soprattutto da queste scelte che ci obbligano, per questioni di debito, a risparmi sostanziosi, la crisi “Greca” fan ben intuire che gli stati dovranno essere governati con una progressiva riduzione del DEBITO.

Quindi la chiusura delle province è solo rimandata, sarà infatti l’Europa, i mercati, i debiti a chiederci di chiudere le province, se non vogliamo essere spediti direttamente in Africa (con rispetto per il continente nero).

I motivi della casta non saranno più sufficienti di fronte alla “globalizzazione” che avanza, le province fanno parte di quei privilegi che non ci possiamo più permettere, l’epoca del “posticino” alle poste, in banca, al comune o in provincia è finita, adesso, bisogna tirare fuori i “talenti”, sempre che ci siano, altrimenti si finisce in serie B, C, D o fuori dalla Comunità Europea, con questa Pubblica Amministrazione. L’aria è cambiata, si fa sul serio!


Maggio 2010
Francesco Sinatti





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