lunedì 7 marzo 2011

La mia Africa

Ho riletto casualmente questa lettera scritta (otto anni fa) al direttore di un quindicinale che, nella sua rubrica, rispondeva ad un laureato sardo:“Mario”.

Lessi casualmente quell’editoriale che mi infastidì e risposi con queste righe (che troverete qui di seguito) che spero il Direttore abbia letto, pur non avendo mai risposto a tutti “quei luoghi comuni” e  alla retorica paternalistica con cui questo paese affronta, da sempre, la questione “lavoro”, “laureati”, “giovani” etc., e con la quale, pretenderebbe di “competere” con il mondo e la globalizzazione.

E' evidente, a distanza di otto anni, lo “spiazzamento” che sta riducendo l’Italia, una delle potenze industriali mondiali, ad un ruolo da comprimario, non nel globo, non nella CEE, ma nel Mediterraneo,  dove rischiamo di vedere una “leadership”, mai veramente italiana, sfuggirci definitivamente di mano.

Siamo approdati sulla sponda dell’Africa occidentale, di cui siamo, a Nord, la propagine naturale? O siamo ancora in tempo per riprenderci un ruolo di primo piano, almeno, nel Mediterraneo per, poi, farlo valere nella Comunità Europea? Non c’è rimasto molto tempo per decidere, i “barconi” sono là, a 70 km da Lampedusa.


segue nelle pagine del Blog  L'africa non è cosi lontana
 
 
 

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