lunedì 28 gennaio 2013

RISCHIO "DERIVATO"

 
MPS il derivato all’ultima provincia dell’impero: Massa”

Il MPS ha rischiato di essere“nazionalizzato” (quindi ricomprato dallo Stato), se non fosse stato per una robusta iniezione di Monti Bond, 3,9 miliardi di €, che ha permesso alla banca di poter continuare a svolgere la propria attività d’intermediazione del credito.
 

“Si da il caso che, lo stesso MPS, propose, nel settembre 2007, al Comune di Massa la sottoscrizione di un operazione di “finanza derivata” targata: Ati MPS - banca Toscana, con la quale si dava al comune di Massa la possibilità di ristrutturare 88 ml/€ su 110 (totale del debito) raccogliendo in unica posizione ben 232 mutui, sottoscritti con diversi soggetti negli ultimi 30 anni”.

Nessuno ricorda, oggi, che la giunta Neri stava per sottoscrivere il “derivato” in quei giorni, che avrebbe permesso di fare un maquillage al proprio bilancio scommettendo su 88 ml € di debiti contratti dal Comune e garantiti dalle tasse dei cittadini.

Solo grazie all’intervento dello scrivente, e al “pressing” di alcuni consiglieri di A.N., si riuscì ad evitare che la giunta sottoscrivesse un operazione in “derivati” che avrebbe rischiato di far saltare il, già, precario equilibrio dei conti del Comune di Massa per almeno una ventina d’anni. Esattamente quanto avvenuto nei Comuni che allora sottoscrissero: Carrara & Fivizzano.

 
“Ricordo che furono ristrutturati 54 ml/€ (su 88) ad un tasso Euribor fra i più alti degli ultimi 20 anni, innalzando, comunque il costo di “manutenzione” del debito grazie ad un “Tasso di sottoscrizione” che avrebbe potuto essere, significativamente, più basso se si fosse aspettato solo qualche mese”.

Vien da dire, perciò: “Tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino”, noto proverbio che si attaglia perfettamente alla vicenda del MPS che, da qualche mese, si trova impelagato in una bufera che lo vede uscire malconcio, insieme alla sua Fondazione, in qualità di sottoscrittore di“derivati finanziari” targati: Deutsche Bank e Nomura.


Francesco Sinatti

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