Mi domando spesso se chi si occupa di turismo in città si svegli, sempre e solo, a primavera della stagione che sta per aprirsi per constatare che non si è fatto nulla per questo settore (anche quest’anno) per poi scoprire che non cambia l’offerta turistica della riviera Apuana dagli anni 60. Chi avrebbe dovuto intervenire, negli ultimi quarant’anni, se non “balneari”, amministrazione comunale e provincia per cambiare le “sorti” del Turismo?
Dove sono state, in questi anni Confesercenti e Ageparc, per constatare, ora, che “i risultati sono disastrosi per questo settore”? Si aspettavano, forse, che gli “indolenti e disinteressati” cittadini massesi si rivoltassero a “furor di popolo” contro l’amministrazione piuttosto che andare a leggersi “La Gazzetta” al sole sulla spiaggia? Chi dovrebbe chiedere un “tavolo per il Turismo” all’amministrazione se non le associazioni di categoria e i balneari?
Dove sono state, in questi anni Confesercenti e Ageparc, per constatare, ora, che “i risultati sono disastrosi per questo settore”? Si aspettavano, forse, che gli “indolenti e disinteressati” cittadini massesi si rivoltassero a “furor di popolo” contro l’amministrazione piuttosto che andare a leggersi “La Gazzetta” al sole sulla spiaggia? Chi dovrebbe chiedere un “tavolo per il Turismo” all’amministrazione se non le associazioni di categoria e i balneari?
Inutile lamentarsi, ora, se “i denari” per il “Turismo” sono finiti nel ripascimento “infinito” dell’arenile, che ci è costato un “occhio della testa”, senza ottenere nessun risultato di contrasto all’erosione, inutile lamentarsi se “i balneari”, chiusi fra Bolkestain e il “mare incazzato”, dovranno scendere a patti prima delle aste. Che cosa aspettano a chiedere un incontro all’amministrazione sul piano dell’arenile?
Sembrava che ce ne fosse abbastanza per ricordare il 2010 come anno “horribilis” del turismo massese. Invece no!
Dopo la notizia, che ha fatto il giro della nazione, dell’intossicazione di un centinaio di sordomuti in un ristorante di Marina, potevamo forse farci mancare la “perla”, rara, che ha visto il proprietario di uno stabilimento balneare prendere a secchiate d’acqua i coniugi di Bergamo che avevano deciso di fare tappa, disgraziatamente a Massa, nel tentativo di raggiungere Scarlino, meta ultima del loro viaggio?
I coniugi, dopo aver denunciato il titolare ai Carabinieri, hanno, ovviamente dichiarato che non torneranno più dalle nostre parti! Come dargli torto? In un crescendo da film dell’orrore non si è sentita la voce di nessun politico stigmatizzare la volgarità e l’arroganza di quanto accaduto.
Il messaggio che diamo ai turisti che mandiamo via a secchiate d’acqua non è forse lesivo della dignità (maschile e femminile), che identità veicoliamo del nostro territorio?
Non ho letto commenti, ne piccate proteste per quanto accaduto, nessuno si è scandalizzato, anche se l’immagine dei due turisti “fradici”, è certo la peggiore pubblicità per il nostro turismo e per la nostra amministrazione che potrebbe, quantomeno, costituirsi parte civile nei confronti di soggetti che squalificano la nostra offerta turistica e la città. Invece, silenzio! Merito al direttore dell’APT che, almeno, a tentato di mettere una “pezza” alla vicenda invitando la coppia a trascorrere una vacanza a nostre spese in un altro periodo dell’anno.
Dopo questa rassegna di episodi, al contempo, grotteschi e drammatici, definirsi una città a vocazione “turistica” ci vuole del “fegato”!!!!!!
Giugno 2010
Francesco Sinatti
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