mercoledì 21 giugno 2017

MISTERI D'ITALIA: UNA LUNGA SCIA DI MORTE (I PUNTATA)



MASSA CARRARA CROCEVIA DI TRAFFICI & MISTERI INCONFESSABILI 

Molto spesso, in passato, vicende nazionali di cronaca nera si sono incrociate con la provincia di Massa Carrara, chiarendo, una volta di piú, quanto questo lembo di terra che si incunea tra l'appenino ligure e le Alpi apuane, sia strategico per le trame del  paese. Per capire quanto sia rilevante Massa Carrara nelle vicende nazionali basta rifarsi ad una vicenda dei primi anni 90, quando....

AFFARI DI COSA NOSTRA   

Cosa Nostra punta i riflettori su Sam-Imeg, acquistata dal gruppo Ferruzzi. Gruppo guidato da Raul Gardini, spregiudicato capitano d’industria suicidatosi (o suicidato?) nel luglio del 93, anche in seguito agli sviluppi di questa vicenda. Gardini avrebbe fatto entrare nella Calcestruzzi (di Ravenna) la mafia. La Calcestruzzi porta a termine, infatti, consistenti affari tra i quali, l’acquisto di "Sam” e “Imeg” che detengono il 65% delle concessioni per lo sfruttamento delle cave. 

In quel periodo, l'omicidio dell’imprenditore Alessio Gozzani, riporta in primo piano proprio le due società (9 aprile del 91). L’imprenditore aveva cercato in tutti i modi di ostacolare Girolamo Cimino, all'epoca presidente di Sam-Imeg, cognato niente meno che del boss di Cosa Nostra Antonino Buscemi. 

La vicenda finisce sotto l'occhio attento di Augusto Lama, sostituto procuratore presso la PROCURA di Massa Carrara. Il magistrato prova a scoperchiare il vaso di Pandora della Ferruzzi (nel 91)

indagando sulla vendita di SAM IMEG: "...il cui ricavato sarebbe servito poi per ripianare le perdite della societá ravennate e una parte del quale finirá anche sul conto "Gabbietta" legato al "compagno G", Primo Greganti. 

Lama trasmette il dossier alla PROCURA di Palermo ad agosto 91 (Falcone è giá a Roma). A finire peró sotto accusa è lo stesso Lama: "....per le sue esternazioni sul possibile coinvolgimento del gruppo Ferruzzi con la Mafia". (Fonte  La Voce, MARTELLI, di Pietro e le stragi). 

In breve Lama fu sospeso con procedimento disciplinare e l'inchiesta sulle infiltrazioni mafiose interrottta, come scrive il magistrato L. Tescaroli riprendendo un esternazione PUBBLICA di Falcone: "....la Mafia si è quotata in Borsa.." (attraverso il gruppo Ferruzzi). Esternazione che aveva mandato su tutte le furie Antonino Buscemi...(il quale) aveva la convinzione che Giovanni Falcone avesse compreso che dietro la quotazione in Borsa del gruppo Ferruzzi "c'era effettivamente Cosa Nostra" e che, fra quest'ultima e una frangia del partito socialista era intercorso un accordo".(n.d.r. dal libro "Perchè fu ucciso Giovanni Falcone")

Ma durante le indagini di Lama era saltato fuori ben altro intreccio che coinvolgeva la "sedicente" Loggia "C" (mistero nel mistero) e traffici d'armi riconducibili ad un certo Aldo Anghessa, anch'egli sedicente uomo dei servizi. Ma chi è Aldo Anghessa, anche conosciuto con il nome in codice "Alfa Alfa"?

Si tratta dell'agente che rivelò al sostituto procuratore della PROCURA di Reggio Calabria, F. Neri, titolare dell'inchiesta sulle navi dei veleni, i traffici d'armi, di rifiuti radioattivi, droga e titoli di stato falsi : "... Tutto controllato - dice da un livello intelligente con soggetti di classe elevata....riconducibili a logge massoniche piú o meno segrete" (la nuova Sardegna ed. Sassari "Alfa Alfa un uomo al centro di mille misteri".

INTRECCIO MAFIA & MASSONERIA 

Un intreccio solido quello che traspare da inchieste giudiziarie su Mafia e Massoneria delle logge coperte al punto che giá il deputato A. Galasso segnala, interrogazione 4/21048 in data 17.12.93, al MINISTRO di grazia e giustizia di allora che: 

" .....la Massoneria è presente in Toscana in ogni sua forma e nella provincia di Massa e Carrara esistono varie logge, sia in Lunigiana che a Massa e Carrara. Risulta Che ne facciano parte politici, giornalisti, magistrati, architetti, avvocati, oggi, nonostante ...l'inchiesta di Cordova (ex procuratore di Palmi), nessuno indagine è stata APERTA per verificare se la Massoneria rappresenta il veicolo dell'infiltrazione criminale nel POTERE economico, si parla anche di un "comitato d'affari" che determinerebbe il FALLIMENTO di aziende attraverso il controllo dei Fidi bancari in particolare ci si riferisce al settore dei rifiuti e a quello riguardante la zona APUANA in materia di ambiente, edilizia e amministrazione, sono stati presentati numerosi esposti ..che a partire dal 1986 tentano di porre all'attenzione della magistratura (n.d.r.inascoltati..) il PERICOLO derivante da un sempre più forte legame fra criminalitá organizzata, specie di stampo mafioso camorristico, potentati economici, comitati d'affari e Massoneria...molto spesso si è assistito ad archiviazione o al silenzio.....etc.etc".


TRAPANI & REGGIO CALABRIA 

Ritorniamo all'agente Alfa - Alfa al secolo Aldo Anghessa, negli anni 80' finisce in carcere per ordine della PROCURA di Massa Carrara, secondo il giudice istruttore Lama l'agente Alfa -Alfa sarebbe stato in stretto contatto con il clan siciliano dei Minore, ma l'ipotesi accusatoria non sará mai verificata nonostante che il nome di Anghessa filtri  da diverse faccende fra Trapani e Reggio Calabria risalenti proprio agli anni 80'.

IL CENTRO "SCORPIONE" & NOSTRO OPERATORE "ERCOLE"

Ora, si da il caso, che proprio a TRAPANI si trova il "centro SCORPIONE" una struttura dei servizi legata alla rete "stay behind" di Gladio con un piccolo aeroporto militare in disuso, ma molto utile alla bisogna per lo scalo  di aerei Che fanno rotta verso l'Africa...

“ Il documento è classificato come riservato: «Nostro operatore Ercole, est accreditato presso ufficio sped. Oto Melara La Spezia. Est confermato invio materiale vostro Centro come da n. 101/0. Confermata data spedizione. Disporsi adeguate ed efficienti misure copertura visiva in area per detto periodo. Per particolare riservatezza operazione richiedesi presenza Capo Centro Vicari. Eventuali difficoltà mi siano immediatamente esposte avvalendosi mezzi più solleciti. Ulteriori comunicazioni in cifra. Trasferimento da farsi con mezzi di superficie M.M. (Marina militare, ndr) per vostro deposito Favignana. Vostro specifico materiale est trasferito adiacenze ospedaliere Lenzi-Napola. Est necessario attivazione temporanea campo Milo. Immediata risposta in cifra».

Tradotto in un italiano non militare, il dispaccio afferma che “Ercole” sta per effettuare il trasporto di materiale proveniente dall’Oto Melara, un’industria bellica spezzina, destinato al Centro Scorpione. Data la delicatezza dell’operazione, viene richiesta la presenza del capo Centro, Vicari, che da fonti ufficiali risulta essere il nome di copertura di Vincenzo Li Causi. Il campo Milo, invece, dovrebbe essere il vecchio aeroporto militare di Trapani, ormai in disuso ma riattivabile all’occorrenza in poche ore. ”

"VICARI & ERCOLE"

I due personaggi sono in realtá: il maresciallo Sergio li CAUSI (deceduto a Mogadiscio nel 93) e il maresciallo Marco MANDOLINI (responsabile della sicurezza del Generale Loi nella missione ibis in Somalia, deceduto a Livorno nel 95). 
Mandolini era in collegamento diretto con il maresciallo  Vincenzo Li Causi, uomo dei servizi segreti (Sismi) operativo in terra somala. Li Causi era anche una fonte della giornalista uccisa Ilaria Alpi. Il Dispaccio rappresenta ulteriore conferma dell’esistenza di un traffico di armi e del coinvolgimento diretto dei due militari menzionati che rispondono ai nomi in codice “Ercole”, riferito a Mandolini, e  “ Vicari” riferito a Li Causi.

UN TESTIMONE SCOMODO: IL CASO ROSTAGNO

I voli su campo Milo, però, non passano inosservati, c'era qualcuno che incuriosito (o informato), si avvicina al campo filmando quanto accade durante la sosta temporanea dei C 130 militari. I traffici d'armi che si coprono con questi scali sarebbero gli stessi in cui è coinvolto Anghessa, per questo, il 26 settembre 1988, il giornalista Mauro Rostagno viene ucciso da un "commando" mafioso per esseri "occupato" troppo da vicino di ció che succedeva nel piccolo aeroporto. Stesso filo rosso che unisce Trapani con Reggio Calabria e le due città con la Somalia, destinazione finale di questi traffici. Un altra vittima "sepolta" fra ommissis e segreto di stato.

L'anello è ancora Lui, l'agente Alfa -Alfa, accusato di traffico internazionale d'armi a seguito del sequestro (al largo di Bari) della nave battente bandiera libanese "Boustany I" piena di armi e droga. All'epoca Anghessa si costituisce dicendo di essere un agente "provocatore" del SISDE (circostanza confermata direttamente dai vertici dei servizi), per poi essere coinvolto nuovamente, nel 90 e 94, sempre in inchieste per traffici di armi e droga.

Anche in questa circostanza Anghessa è estremamente preciso: nomi, date, società, rivelate al procuratore di Reggio Calabria (che indaga con Natale De Grazia sulle "navi dei veleni") la rete che traffica armi, rifiuti radioattivi, stupefacenti etc. 

"....parla della Loggia Montecarlo, ma anche di centri a Ginevra e Marbella. Un filo che porta lontano. Forse, fino alla morte di Ilaria Alpi" (fonte La Nuova Sardegna edizione Sassari, "Alfa Alfa, un uomo al centro di mille misteri").

ANCORA IL "GAROFANO ROSSO"

Fra le complesse vicende che abbiamo affrontato (Inchiostro Scomodo) nelle inchieste su Somalia: rifiuti speciali e radioattivi, traffico d’armi, navi a perdere e molte delle “misteriose” trattative che hanno segnato passaggi storici della repubblica italiana, appare spesso un partito: il PSI (partito socialista italiano).

Alcuni fra i suoi uomini più rappresentativi sono spesso protagonisti di una “storia parallela” a quella che si racconta nei libri di storia contemporanea. Un percorso alimentato da misteriosi intrecci con logge massoniche, servizi segreti, organizzazioni criminali che si mascherano dietro la cooperazione internazionale e non solo. 

Una scia di morte punteggia tutto il percorso che, alla fine degli anni 80, vede Craxi sostenere il dittatore somalo Siad Barre. Ma se parliamo della Somalia non possiamo trascurare la figura di Francesco Corneli uomo vicino al SISDE e ai servizi siriani con la copertura di una società: PETROCOM. 

Nei primi anni 90 è lui a riarmare il dittatore somalo (con la copertura del Psi?) 
In quel periodo si definisce un asse geostrategico nel quale rientrano i voli di C 130 provenienti dall’Europa dell’est, via Sicilia, che giungono in Somalia.

A questo proposito le rivelazioni anche sui traffici di rifiuti e affondamenti di navi e perdere di un ex boss della ‘ndrangheta sono una conferma:

“Della cosa…era al corrente il segretario del Psi Bettino Craxi, il quale però non seguiva questo genere di affari ma lasciava appunto che se ne occupassero i servizi. 
Giovannini stesso spiegò a Nirta (boss) che per via della troppo stretta amicizia tra lui e Craxi, nota a tutti, era meglio che in futuro i rapporti fossero tenuti da Francesco Corneli e dal colonnello Stefano Giovannone (l'uomo che arruolo' Anghessa) entrambi vicini al Sisde. Infatti il mio primo contatto avvenne telefonicamente e poi di persona nel 1987 con Corneli, che vidi al ristorante dell’Hotel Barberini di Roma.
Era in occasione dell’affare con l’Enea di Rotondella. Ci serviva la copertura al porto di Livorno per caricare i bidoni, e lui ce la procurò. Quando ci presentammo, un suo uomo ci disse che nessuno ci avrebbe disturbato, e così è stato”.
l’ex boss continua: "…molti altri affondamenti avvennero in quel periodo, almeno una trentina, organizzati da altre famiglie, ma non me ne occupai in prima persona” (da Espresso di R. Bocca).

Allo stesso modo la flotta da pesca somala regalata dalla cooperazione internazionale (per meglio dire dall’Italia) al paese, si approvvigiona al porto di Livorno di carichi sospetti con l'ammiraglia della flotta "21 ottobre II". Mentre tutto ciò accade, coloro che tentano di accertare che cosa effettivamente si maschera dietro ai voli umanitari per la Somalia e la flotta da pesca SHIFCO, vengono eliminati in una impressionante sequenza di sangue che s’intreccia con i misteri più neri di questo paese. (da "Trait d'Union" Inchiostro Scomodo)

QUANDO LA POLITICA USAVA LA NDRANGHETA COME "MANOVALANZA"

Negli anni 80 Natale Iamonte viene mandato al soggiorno obbligato prima a Pontremoli (provincia di Massa-Carrara) e successivamente a scontare gli obblighi impostigli dalla sorveglianza speciale di pubblica sicurezza a Desio (Brianza). In queste terre gli Iamonte pare si siano dati da fare, lo dimostra anche il controllo che hann o guarda caso sul Locale di Sarzana guidato dai Romeo-Siviglia (di Roghudi). Passaggio chiave è la condizione che ha permesso a Natale di intrattenere (tramite l’investitura di “santista”) contatti e relazioni preziose con la così detta “zona grigia” legata a diramazioni istituzionali (deviate)? Non sembra casuale che molte delle navi dei veleni (che Fonti, pentito di ‘ndrangheta, indica proprio negli Iamonte la famiglia organizzatrice insieme ai Romeo di San Luca e i Muto) sono partite dai porti di Marina di Carrara (Ms) e La Spezia? Natale Iamonte per queste affermazioni denunciò lo stesso Fonti.....

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